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ITINERARI BOTANICI | FIRENZE ISTITUTO AGRARIO FIRENZE © ALESSIO GUARINO cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper
Istituto Agrario Firenze

Itinerari Botanici

La storia dell’azienda Agraria dell’Istituto affonda le sue radici fin dal lontano 1500. Già da allora i terreni, attualmente occupati dall’azienda, venivano coltivati per fornire frutta e verdura fresca alla mensa dei Medici a quei tempi proprietari della tenuta delle Cascine. L’indirizzo agricolo di quei terreni, fu mantenuto sia ai tempi del Granduca Leopoldo I di Lorena sia ai tempi di Firenze capitale sotto il regno della famiglia Savoia. Fu solo, nel 1882 quando a Firenze fu fondata la Regia Scuola di Pomologia e Giardinaggio, successivamente divenuta Istituto Tecnico Agrario Statale, che quei terreni divennero e sono tuttora l’Azienda dell’Istituto Tecnico Agrario di Firenze.

Quello che leggerete è stato ripreso, quasi integralmente, dal libro scritto dal Prof. Giovanni Gianfrate, Docente di “Tecniche di Gestione e Valutazione” presso l’Istituto Tecnico Agrario di Firenze, “L’Educazione Agraria a Firenze” Edizioni Polistampa.

Dalle origini fino ai Medici

Il parco delle Cascine occupa una superficie pianeggiante di 118 ettari ad occidente della città. L’area è praticamente circondata dalle acque, da cui l’antica denominazione di “Cascine dell’isola”. Fu Alessandro de’ Medici che governò Firenze dal 1531 al 1537 ad acquistare i terreni nella zona e a costruire una tenuta per l’allevamento dei bovini.

I principali lavori di trasformazione furono realizzati dal figlio di Alessandro “Cosimo I” che attuò imponenti opere di regimazione delle acque superficiali che scorrevano in modo selvaggio tra cui la più importante fu lo scavo del fosso Macinante e la costruzione di una galleria mediante la quale vennero fatte scorrere le acque del fosso Macinante al di sotto del letto del Mugnone

Dai Medici ai Lorena

Le cascine vennero trasformate in una tenuta-parco al tempo di Pietro Leopoldo di Lorena, Granduca di Toscana dal 1765 al 1790. Questi sotto l’influenza culturale europea delle grandi realizzazioni paesaggistiche, nel 1785 dette l’incarico all’architetto Giuseppe Manetti di elaborare un progetto di trasformazione estetica delle Cascine che prevedeva la costruzione di una palazzina in posizione centrale, il “Casino Granducale” l’attuale sede della Facoltà di Scienze agrarie e Forestali nel Piazzale del Re.

L’ampio spazio della tenuta venne ridisegnato completamente e suddivisi tra bosco, giardino aperto, giardino chiuso e area coltivata.

Il giardino aperto iniziava presso la riva dell’Arno e comprendeva la zona fra gli attuali Piazzale Kennedy, Piazzale del Re e la Facoltà di Agraria.

Il giardino chiuso, che si estendeva dal retro dell’edificio verso il fosso macinante, e che corrisponde oggi all’area in cui si trova l’attuale sede dell’Istituto Tecnico Agrario e dell’annessa Azienda Agraria venne divisa in due parti, una destinata a parco e giardino con vasche e fontane, l’altra separata da un viale trasversale, fu divisa in quattro zone articolate intorno ad una costruzione a piana ottagonale. Questa ospitava una pompa azionata dalla forza animale, probabilmente da un asino, da cui partiva l’acqua che, mediante un elaborato sistema di canalette, poteva raggiungere la parte agricola del parco ed irrigare le colture ortive.

Il periodo Sabaudo e la nascita della Scuola di Pomologia

Nel 1868, durante il periodo in cui la città era capitale d’Italia, il Comune di Firenze entrò in possesso del parco delle Cascine e il giardino che si estendeva posteriormente a quella che fu il Casino Granducale prima e Palazzina Reale dopo, venne a costituire lo “Stabilimento orticolo comunale delle Cascine” .

Vi furono impiantate serre, di cui alcune riscaldate, per la produzione di piante ornamentali necessarie per le feste che la corte Sabauda dava.

Si arriva così al 5 febbraio 1882, quando con un regio decreto il Re Umberto I di Savoia, venne istituita la Regia Scuola di Pomologia che poi divenne l’attuale Istituto tecnico Agrario la cui direzione fu affidata a Vincenzo Valvassori e che aveva sede nella palazzina che attualmente ospita la piscina comunale delle “Le Pavoniere”.

Alla costituzione della scuola, il comune di Firenze concesse cinque ettari di terreno dello Stabilimento orticolo delle Cascine. Su tale terreno il direttore Vincenzo Valvassori fece subito avviare i lavori per l’impianto di un pomario, di un vivaio di piante da frutta, di un vigneto e per la costituzione di un orto.

A poco più di cinque anni dalla fondazione della scuola, Valvassori era stato capace di raccogliere nel pomario 225 cultivar di fruttiferi, di cui 100 di pero, 60 di melo, 40 di pesco, 10 di albicocco e 15 di susino, in tutto 5.000 piante. Il vivaio di piante fruttifere era in grado di produrre annualmente circa 8.000 piantine innescate, mentre l’orto fu distinto in 3 appezzamenti: uno, suddiviso in aiuole di forma regolare fu destinato alla coltivazione di diverse specie ortive annuali, mentre sugli altri due vennero impiantate una carciofaia e una asparagiaia.

I successi ottenuti nella produzione di ortaggi dalla scuola delle Cascine furono molto apprezzati, sbalordendo sempre il pubblico nelle numerose mostre allestite in Italia e, spesso, all’estero.

In soli cinque anni la scuola agraria delle Cascine aveva assunto un’importanza nazionale, tanto che il ministero dell’Agricoltura decretò che gli alunni migliori fra tutti quelli delle scuole di agricoltura del Regno, si dovevano recare a perfezionarsi presso la Scuola di pomologia e di orticoltura di Firenze.

Il periodo del fascismo e della seconda guerra mondiale

La concessione dello Stabilimento orticolo del Comune di Firenze alla scuola Agraria delle Cascine segnò una svolta decisiva nella storia dell’Istituzione, che da allora potè contare su una vasta e ricca sezione di floricoltura. L’annessione di un’ampia superficie di terreno al di fuori del giardino consentì al Valvassori un notevole ampliamento del pomario, del vivaio delle piante fruttifere, del vigneto, e dell’orto, con un notevole incremento delle specie e delle varietà coltivate.

Nel 1928 alla direzione della scuola Agraria di Firenze fu chiamato Alessandro Morettini che rimase alla direzione della scuola fino al 1938, e fu proprio sotto la sua direzione che nel 1931 la Regia Scuola fu trasformata in Regio Istituto Tecnico Agrario.

Inizialmente lo stabilimento orticolo delle Cascine aveva una superficie di 21.78.24 ettari, così ripartiti:

 

Serre ha 0.20.32
Giardino ha 0.80.00
Vivai di piante ornamentali ha 2.50.00
Orto ha 5.63.07
Pomario ha 8.41.14
Vivai di piante fruttifere ha 1.22.70
Fabbricati, piazzali, aie, strade e fossi ha 3.01.01

 

Esso si estendeva da via delle Cascine a Via del Barco ed era compreso tra l’attuale viale dell’Aeronautica ed il fosso Macinante.

Al momento in cui Morettini prese l’Azienda in consegna, questa aveva già subito, nel 1912,, l’espropriazione di un appezzamento di un ettaro e mezzo dalla parte di via del Barco per il trasferimento da Vallombrosa dell’Istituto Nazionale di Selvicoltura e la costituzione di una stazione sperimentale.

Su quel terreno, che oggi si trova all’interno della Scuola di guerra aerea, venne impiantato un parco, attualmente comprendente più di 600 esemplari di una cinquantina di specie arboree forestali, alcune delle quali di notevole interesse botanico.

Con l’avvento del fascismo si moltiplicarono le iniziative per la realizzazione di opere pubbliche. A Firenze soprattutto nel periodo che va dal 1932 al 1940 vennero compiute numerose opere pubbliche, alcune delle quali interessarono la superficie della Scuola agraria, che perciò fu ancora oggetto di espropriazione.

Nel 1930 venne espropriato un appezzamento di circa mezzo ettaro per la costituzione dell’Istituto di Zootecnia della facoltà di agraria e già da allora si cominciava a parlare dell’eventualità di sottrarre ben sei ettari dell’azienda per la costruzione di quella che oggi è la scuola di guerra aerea. Per evitare la perdita di quei terreni il Morettini e il presidente del consiglio di amministrazione riuscirono a fare includere nel programma della giornata del 18 maggio 1930, che Benito Mussolini trascorse a Firenze la visita dell’azienda didattica delle Cascine. Nonostante Mussolini fosse rimasto impressionato dalla visita all’azienda e nonostante si tentò di far cadere la scelta della scuola di guerra aerea su una località diversa, tutto fu inutile e il terreno fu dunque espropriato.

Per gli espropri subiti Morettini fu compensato con il podere Malafrasca, di quasi quattro ettari, situato nella zona di Novoli espropriato nel 1941 essendo stata la zona dichiarata fabbricativa, ed il podere La Trave al di là di via del Barco, dove attualmente ha sede l’istituto professionale per l’agricoltura e l’ambiente e dove nel 1949 Alessadro Morettini dopo aver lasciato l’azienda delle Cascine continuò la sperimentazione sui fruttiferi. Sempre in quell’anno il comune di Firenze concesse alla scuola il podere il Girone in via delle Gualchiere nel territorio comunale di Fiesole.

Durante gli anni della seconda guerra mondiale i danni subiti dall’azienda dell’Istituto tecnico agrario delle Cascine furono ingenti, in particolare quelli subiti dalle fragili strutture del giardino. Per la rottura dei vetri delle serre e la mancanza di combustibile, buona parte delle collezioni delle piante pregiate erano perite a causa del freddo. L’azienda era rimasta incolta e, parzialmente era stata utilizzata come discarica dei rifiuti cittadini, inoltre molte delle aiuole erano state trasformate in orti.

Gli anni del dopoguerra

La ricostruzione si presentò difficile per l’eseguità delle risorse finanziarie e si potè dire conclusa solo dieci anni dopo nel 1955.

Nel 1949 l’allora preside Prof. Angelo Camparini promosse un’intensa collaborazione con l’istituto per il commercio estero, finalizzato soprattutto alla coltivazione e alla diffusione di nuovi ibridi di ortaggi. Negli anni che seguirono furono sperimentate nuove tecniche colturali che utilizzavano le materie plastiche per la costruzione di tunnel e serre-tunnel.

A quel tempo si coltivava ogni sorta di ortaggio, di cui molte cultivar pregiate erano state ottenute nella stessa azienda, conosciutissime erano: l’Indivia riccia delle Cascine, il cavolo cappuccio “Bianco da estate migliorato delle Cascine”, il cavolo verzotto “comune da estate migliorato delle Cascine”, il ravanello “tondo rosso migliorato delle Cascine”, il cetriolo “verde lungo migliorato delle Cascine”. Rinomata in tutto il paese era anche la coltivazione della fava da orto; la scuola possedeva una propria pregiata cultivar la “fava da orto migliorata delle Cascine”, a baccelli molto lunghi, semi grossi, dolci, molto precoce.

Nel 1950, presso il podere La Trave, Morettini fondò ed iniziò a erigere il “Centro di studio per il miglioramento delle piante da frutto e da orto di Firenze”, finanziato dal C.N.R.

L’alluvione del 1966

Nel 1963 il Prof. Angelo Camparini lasciò la scuola per raggiunti limiti di età e la presidenza fu assunta dal Prof. Amilcare Chini. La presidenza di Amilcare Chini è, più di tutto, ricordata per la capacità dimostrata nel fronteggiare gli ingenti danni provocati all’azienda dall’alluvione del 4 novembre 1966.

Le acque dell’Arno invasero i locali della scuola sommergendo l’intero archivio storico, mentre l’azienda fu coperta da oltre due metri di acqua limacciosa che provocò la morte di tutte le culture orticole in atto e di molte piante arboree. Le serre del giardino, con le preziose collezioni floricole, erano profondamente devastate. Quando le acque si ritirarono lasciarono ovunque fango imbevuto di nafta, immondizia di ogni genere e carogne di animali: l’aspetto della scuola delle Cascine era desolante.

L’opera del Prof. Chini nel periodo post-alluvione fu veramente encomiabile, tanto che nell’autunno del 1967 la scuola potè partecipare alla Mostra di Piante e Fiori di Firenze ed allestire presso la propria sede una memorabile mostra di piante, frutta e ortaggi, che fu visitata perfino dal Prefetto e dal Questore di Firenze.

In quella mostra, nel locale adibito al deposito macchine dell’azienda, vennero esposte 194 cultivar di pero, 78 di melo, 21 di diospero, 18 di cotogno, 12 di susino, 6 di pesco, 57 di uva da vino e 54 di uva da tavola.

La manifestazione ebbe grande successo tanto da essere ricordata da un articolo apparso sul quotidiano cittadino “La Nazione” del 15 novembre 1967.

L’azienda che un anno prima aveva subito danni per oltre mezzo miliardo di lire, grazie alla competenza e allo spirito di sacrificio del capo di istituto Prof. Chini e dei dirigenti e tecnici dell’azienda, ad un solo anno dalla tragedia si ripresentatva ai visitatori ricostruita e potenziata nelle sue strutture, nelle preziose collezioni orto-floro-fruttifere e negli allevamenti.

Dall’alluvione ai tempi odierni.

Amilcare Chini lasciò la direzione dell’istituto tecnico agrario a conclusione dell’anno scolastico 1972-73 e gli successe il Prof. Ignazio Cusmano, alunno prima e insegnante poi dello stesso Istituto.

Il Prof. Cusmano appena insediato alla presidenza dell’Istituto Tecnico Agrario, dovette affrontare un’altra emergenza, quella del repentino incremento della popolazione studentesca che in pochi anni raggiunse un numero di iscritti vicino ai duemila.

Tutti I locali che fu possibile trasformare in aule scolastiche vennero adeguati allo scopo compresi I laboratori e tutte le stanze del centro aziendale, tanto che si faceva lezione perfino in un ambiente che in precedenza era stato utilizzato come pollaio.

La necessità di nuove aule giustificò la separazione, anche da un punto di vista amministrativo, dell’Istituto Professionale per l’agricoltura, che venne trasferito presso il podere “la Trave” in via di Vespucci.

Il Prof. Cusmano attuò importanti iniziative sia sul piano della didattica dell’Istituto sia sul piano di una profonda riorganizzazione dell’azienda agraria.

E’ grazie al suo impegno generoso e alla sua intelligenza che l’Istituto Tecnico Agrario uscì da quel periodo difficile con immutato prestigio.

Con l’anno scolastico 1992-93 L’Istituto Professionale per l’Agricoltura è stato nuovamente aggregato all’Istituto Tecnico Agrario pur rimanendo come sede scolastico presso il podere “La Trave”.

L’Azienda dell’Istituto comprende un corpo di circa 13 ettari alle Cascine, uno di circa 1,5 ettari presso il podere “La Trave” e 3 ettarri al podere “Il Girone” . L’attività è coordinata dal Prof. Alessandro Pratesi. In questo complesso di attività aziendali gli allievi svolgono la parte pratica a completamento della preparazione teorica nei principali settori agricoli.

Testo di Giovanni Gianfrate

ISTITTO AGRARIO DI FIRENZE

L'ORTO SINERGICO

L’agricoltura sinergica, elaborata dalla Hazelip, è un metodo di coltivazione che nasce dall’adattamento al clima mediterraneo dell’Agricoltura naturale. I principi della agricoltura sinergica sono tratti dall’adattamento al clima mediterraneo dei principi della agricoltura naturale (elaborati dal microbiologo e filosofo giapponese Masanobu Fukuoka e da Mark Bonfils), della permacultura di Bill Mollison e David Holmgren, e dell’agronomo statunitense Edward Hubert Faulkner (1886-1964) nel suo libro Plowman’s Folly (La follia dell’aratore).