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RIPOSO DEI VESCOVI | FIESOLE VILLA NIEUWENKAMP © ALESSIO GUARINO 2021 cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper
Villa Nieuwenkamp | Riposo Dei Vescovi

Giardini Fiesolani

Lungo la Via Vecchia Fiesolana, su una piazzetta, restaurata nel 1890, si apre un cancello adornato dal simbolo vescovile che introduce alla villa, di cui dice un’epigrafe:

“Venendo a Fiesole dalla loro residenza di Firenze posavano qui per continuare il viaggio sulla treggia somministrata dai R. di Padri del vicino convento di San Domenico”.  

La grande villa, protetta a nord est da scuri cipressi e da spesse mura antiche, si affaccia a sud ovest verso il giardino romantico. Il nucleo della casa colonica, sul quale è fondata la villa, risale al XIV secolo. Nel Cinquecento, l’umile casa era unita quale dépendance alla villa Rondinelli, posta più in alto, e la proprietà fu venduta nell’Ottocento ad un membro della famiglia Borghese, che iniziò la trasformazione. Fu conservata la parte antica della casa con la torre lungo la strada, aggiungendo una costruzione perpendicolare che divenne il corpo principale. In facciata furono poste due logge, una ad archi a tutto sesto e pilastri al piano terra, l’altra ad aperture rettangolari e colonnette al primo piano (circa 1860). La villa fu costruita su diversi livelli per adattarsi al dislivello della collina. Dopo alcune estrose trasformazioni, dovute all’architetto svizzero Zurcher, che sistemò una sorta di chalet in cima alla torre alla fine dell’Ottocento, la villa divenne nel 1926 proprietà dell’artista olandese Nieuwenkamp, che legò strettamente il luogo al suo nome e alla sua eccentrica personalità. Pittore ed incisore, Wijnand Otto Jan Nieuwenkamp (1874-1950), decise di concretizzare il suo amore per l’Italia trasformando la villa in un museo personale. Dopo lunghi viaggi a Giava, nelle Indie Olandesi e alcune peregrinazioni in Italia, attratto dal clima e dal paesaggio, W.O.J.N. (così firma ogni suo disegno) scelse Fiesole per realizzare quella che definì La Villa sulla Collina. Fino alla sua morte, decorò la proprietà con elementi d’ornamento disegnati di propria mano, con gusto tra il neogotico e l’orientale, eseguiti da maestranze locali. Dall’Indonesia fece arrivare sculture, bassorilievi e oggetti diversi, provenienti in parte dalla sua collezione particolare, e li disseminò nella casa e nel giardino, secondo la sua fantasia. A lato della porta d’ingresso, si trova un gong di bronzo, del quale si serviva la domestica per annunciare i pasti. Ogni intervento sulla villa e sul giardino è documentato dagli splendidi disegni dell’artista olandese. I proprietari conservano gelosamente l’album dei disegni che illustra minuziosamente ogni angolo della villa, ogni sistemazione eseguita e che raccoglie numerosi disegni, paesaggi e scene pittoresche d’Indonesia o d’Italia. Concepito in parte nel XIX secolo, è stato ingrandito da Nieuwenkamp fra il 1926 ed il 1935, fino alla sua esten-sione attuale di oltre quattro ettari. Il giardino nel suo stato attuale è uno scenario verde disteso su un pendio degradante, con un suo fascino decadente nel quale si ritrova la struttura originaria e l’antico splendore. Dal piano della villa un percorso tra enormi alberi, costeggiando l’aiuola di bambù, scende verso il parco. Il giardino è tagliato in due da un viale di cipressi che scende in linea retta fino al muro di cinta, ed è squadrato dai molti vialetti orizzontali. A ogni incrocio si articola una diversa terrazza. Nella prima, due busti femminili pensierosi osservano il visitatore, nella seconda si leva una fontana in stile orientale e nella terza lo sguardo è attratto a sinistra da una pergola coperta di glicine che domina un erboso campo da tennis. Il terreno è bordato da un muro sormontato da grandi urne etrusche in terracotta, ricordo degli scavi di Nieuwenkamp nell’antico teatro di Fiesole. Riprendendo il viale principale, si costeggia l’orto e il frutteto prima di arrivare ad un quarto piano, una sorta di radura ellittica con sedute circolari, circondata di cipressi e punteggiata da tre colonne scanalate. Nella quinta spianata, una fontana sistemata nel muro di cinta chiude il giardino, costituendo un vero e proprio fondale teatrale. Risalendo lungo il sentiero di destra, il visitatore passa sotto una pergola coperta di viti, prima di seguire un sentiero ombreggiato. Nascosta in una piccola radura fiorita di ciclamini, si scorge la pietra tombale di Nieuwenkamp, posta dal pittore medesimo ancora in vita, dove non è stato sepolto, ma il suo spirito è vegliato da una statua di Buddha.

Ines Romitti