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ORTO BOTANI D'ITALIA

ORTO BOTANI DI URBINO

La tradizione di Urbino, centro di studi illuminati, data al 1506 la nascita dell’Università quando il Duca Guidubaldo I istituì un “Collegio di tredici Dottori”, sancito dal papa Giulio II in grazia del nipote Francesco Maria, delegando ad esso la potestà di amministrare la giustizia sia nel penale che nel civile. In seguito nel 1565 sotto Guidubaldo II per intercessione del papa Pio IV veniva concesso a detto Collegio la facoltà e l’autorità di concedere titoli accademici in qualsiasi materia. L’istituzione di uno Studio pubblico resosi famoso per le numerose e prestigiose cattedre via via istituite, anche a carattere scientifico e medico, portò, per opera di Clemente X nel 1671, alla concessione allo Studio urbinate in Università degli stessi privilegi e le stesse prerogative che godevano le altre Università dello Stato. Le vicende politiche successive influirono moltissimo sulla vita dell’Università che venne addirittura soppressa nel 1808 e trasformata in Regio Liceo Convitto in seguito all’annessione del territorio di Urbino al Regno Italico di Napoleone. La conseguente chiamata del prof. Giovanni De Brignoli di Brunhoff, per l’insegnamento di Agraria e Botanica, portò alla fondazione dell’Orto Botanico quale strumento didattico per gli insegnamenti di medicina e di agraria.

Hortus simplicium
L’Orto botanico di Urbino vide così la sua concreta fondazione nel 1809 anno in cui uno dei tre orti dei padri minori del Convento di San. Francesco, confiscati e divenuti proprietà del Comune con la caduta del Regno Pontificio, fu affidato alle cure del prof. De Brignoli, per trasformarlo in Orto botanico. Uomo di notevoli capacità scientifiche e di grande cultura, egli riuscì a realizzazione tale opera rapidamente grazie all’aiuto degli altri Orti botanici italiani e in particolare grazie alle attenzioni del conte Giovanni Scopoli, Direttore generale del Regno Italico, appassionato di scienze botaniche. Nel 1813, dopo i freddi intensi delle annate 1809-10, fece costruire anche una serra per il ricovero delle piante esotiche che aveva collezionato. Nel 1812 pubblicò la prima edizione del “ Catalogus plantarum Orti Botanici Urbinatis”.

Primo terrazzamento
Ristabilitosi il Governo Pontificio e risorta l’Università, il De Brignoli si allontanò da Urbino e il recupero dell’Orto da parte dei religiosi non fu facile tanto da rendere necessario l’ intervento del papa Pio VII, che riconsegnò l’Orto ai religiosi con l’obbligo di mantenere la coltura botanica. Ben presto le gravose spese necessarie per tale impegno costrinsero i frati, su suggerimento del gonfaloniere urbinate Raimondo Antaldi, di cedere l’Orto all’Università in enfiteusi perpetua. Questo evento, datato 25 maggio 1844, ebbe una grande risonanza per la città di Urbino in quanto pose fine anche a una lunga diatriba sorta tra il Convento e il Comune fin dal 1678 per un passaggio pubblico che attraversava una parte del Convento determinando una scomoda servitù ai frati aggravata dal comportamento indecoroso e irriverente delle persone che vi transitavano. Successivamente nel 1848 il Convento di San Francesco stipulò un secondo contratto di enfiteusi perpetua in cui cedeva all’Università una seconda casetta posta nella via principale di Santa Lucia per realizzare un decoroso ingresso all’Orto. L’edificio fu realizzato in mattoni di cotto dipinti con vernice a olio tra gli anni 1848-51 dall’Ing. Ercole Salmi. Nel centro è situato l’arco d’ingresso chiuso da una cancellata in ferro battuto che introduce in un atrio con volta a botte completamente affrescato a temi paesaggistici dal pittore locale Quinto Possenti nel 1861-62. Una antica vetrata eseguita con un gioco di vetri colorati introduce in una lunga e ampia scalinata che porta nel giardino.

Scalinata interna
L’Orto botanico è un’Istituzione dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”: sarà disciplinata nel Regolamento Generale di Ateneo, in via di attuazione, e con un proprio regolamento interno. E’ sede della sezione di Biologia Vegetale del Dipartimento di Scienze dell’Uomo, dell’Ambiente e della Natura (S.U.A.N.). L’ Orto botanico è suddiviso in tre terrazzamenti inclinati lungo il fianco del colle dove sorge la città di Urbino. Primo terrazzamento: Hortus simplicium Questa zona, completamente ristrutturata e modificata nei primi del 900, è ampia e abbellita, nel centro, da una piccola vasca con alcune specie acquatiche tra cui: Nymphaea alba L.,Menta acquatica L., Myriophyllum verticillatum L., Eichhornia crassipes Solms. Da questo punto si può ammirare la lunga e imponente scalinata a tre rampe che porta all’ingresso principale dell’Orto e la serra realizzata nel 1813 dal De Brignoli e al cui interno trovano posto tutte le piante che non sopportano i freddi invernali e che solo nel periodo estivo vengono dislocate lungo i vialetti e le aiuole del giardino.

Secondo terrazzamento
Tutto lo spazio è utilizzato per la coltivazione e allo studio delle piante medicinali (i semplici) disposte in tredici aiuole, con bordura in bosso, e raggruppate secondo le proprietà e quindi l’uso che ne deriva (piante attive sull’apparato cutaneo, digerente, sul sistema cardio-circolatorio, nervoso, genito-urinario, respiratorio, piante con azione purgativa, antiparassitaria e insetticida. Una cartellonistica aiuta il visitatore a documentarsi sulle origini storiche e scientifiche degli Orti dei semplici e della loro importanza, sull’uso delle piante presenti in ogni singola aiuola nell’ambito applicativo medicinale. Durante la visita di questo ripiano il visitatore potrà ammirare anche alcuni esemplari arborei di grande fascino posti ai margini perimetrali del girdino: Ginkgo biloba L., Picea excelsa Link. e Cedrus deodara G. Don fil. Secondo terrazzamento Dal giardino dei semplici alcuni gradini, affiancati da due piccole vasche, immettono nel secondo ripiano. Sul lato destro è posta una vecchia pompa in ferro battuto, opera dell’artigiano Quinto Galvani (1849). Tutta la zona, è suddivisa fin dalle sue origini in aiuole rettangolari lunghe e strette che delimitano tanti piccoli sentieri. La disposizione delle specie erbacee ed arbustive, fatta secondo il sistema linneano, fu poi modificata secondo le esigenze della coltivazione e delle condizioni climatiche locali. Interessante la cartellonistica di questo settore eseguita con vecchi metodi a testimonianza di un lavoro difficile e lungo che il giardiniere eseguiva dipingendo con vernice bianca il cartellino e scrivendo a penna con vernice nera i dati identificativi delle specie. Troviamo aiuole dedicate alle famiglie delle Juglandaceae, Orchidaceae, Liliaceae, Iridaceae, Amaryllidaceae, Cyperaceae, Caryophyllaceae, Violaceae, Resedaceae, Cruciferae, Papaveraceae, Ranunculaceae, Berberidaceae, Musaceae, Commelinaceae, Araceae, Juncaginaceae, Graminaceae, Polypodiaceae, Urticaceae, Aristolochiaceae, Polygalaceae, Cistaceae, Chenopodiaceae, Hypericaceae, Rosaceae, Saxifragaceae, Phytolaccaceae, Dioscoreaceae, Crassulaceae. Le ultime aiuole poste in vicinanza dell’edificio del convento di San Francesco in posizione d’ombra e di umidità, ospitano la sezione dedicata alle felci. Lungo i vialetti è possibile ammirare anche alcuni esemplari ad alto fusto: Fraxinus excelsior L. var. pendula), Tilia heterophylla Vent., Gleditschia triacanthos L., Calliandra houstoni Benth. Terzo terrazzamento Altri quattro gradini conducono nell’ultimo ripiano del giardino anche questo strutturato a sistema come il secondo. Qui troviamo specie appartenenti alla famiglie delle Araliaceae, Euphorbiaceae, Leguminosae, Labiatae, Malvaceae, Compositae, Solanaceae, Scrophulariaceae, Caprifoliaceae, Valerianaceae, Rubiaceae, Verbenaceae, Apocynaceae, Rutaceae, Punicaceae, Lythraceae, Umbelliferae, Asclepiadaceae, Geraniaceae, Primulaceae, Campanulaceae, Plantaginaceae, Oenoteraceae, Linaceae, Gentianaceae, Boraginaceae. Dislocati tra le aiuole troviamo: un Taxus baccata L., un imponente Fagus sylvatica L.,e un Liriodendron tulipifera L.) che risalgono all’epoca della fondazione dell’Orto. Questo ultimo ripiano termina con il muro di cinta nel quale, in estate, viene collocata una parte della collezione di piante grasse.

Serra De Brignoli
L’Orto botanico continua a svolgere la sua attività istituzionale legata alle materie botaniche presenti nelle facoltà di Farmacia e Scienze e Tecnologie e si pone al servizio della società come laboratorio aperto per educare e divulgare le tematiche naturalistiche con proposte didattico-culturali rivolte a scuole di ogni ordine e grado. Nel periodo primaverile fino al tardo autunno si rende disponibile alle numerose scuole e gite turistiche per visite sia autonome che guidate. Si rende inoltre disponibile per la realizzazione di seminari, attività didattiche, mostre, mettendo a disposizione, come aula didattica durante l’estate, anche la serra de Brignoli. Collabora con gli Enti provinciali, le Comunità montane, la Regione nella elaborazione di progetti e iniziative per la salvaguardia e il recupero della diversità vegetale minacciata sul territorio. La ricerca scientifica universitaria è legata alla sezione di Biologia vegetale, che conta attualmente cinque prof. associati ripartiti tra la facoltà di Farmacia e Scienze e Tecnologie, un ricercatore, e tre tecnici laureati, e ruota su tematiche botanico-farmaceutiche e naturalistiche secondo i settori scientifico-disciplinari. Annualmente viene pubblicato l’Index seminum, consultabile via on-line e distribuito a tutti gli Orti botanici del mondo.