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UNA BREVE INTRODUZIONE In Europa, l’arte del giardino rinacque durante il XIII secolo in Languedoc e nell’Île-de-France, e poi nei giardini delle ville italiane nel primo Rinascimento. I parterre francesi, la cui tradizione risale alla fine del XVI secolo ebbe il suo massimo fulgore nelle interpretazione che ne diede André Le Nôtre nella progettazione dei principali giardini nobiliari di Francia (si veda a tal proposito il delizioso film “Le regole del caos” di Alan Rickman, del 2014). Nel XVIII secolo il giardino di paesaggio inglese aprì nuove prospettive. Il XIX secolo vide il fiorire del revival dei giardini storici e la nascita dei giardini romantici di cui una delle espressioni più note è quella dei cottage garden inglesi. Dal XX secolo l’architettura dei giardini si evolvette integrandosi e sovrapponendosi con le nuove discipline dell’urbanistica, con il design, con l’arte delle installazioni, delle performance e della Land Art.

Giardino all’italiana

Il giardino all’italiana è uno stile di giardino di origine tardo-rinascimentale ed è caratterizzato da una suddivisione geometrica degli spazi ottenuta con l’utilizzo di filari alberati e siepi, di sculture vegetali di varia forma ottenute con la potatura di cespugli sempreverdi (topiarie), giochi d’acqua geometrici, spesso accostati ad elementi architettonici quali fontane e statue. Ha profondamente influenzato l’intera storia del giardinaggio, risultando decisivo anche per la nascita del giardino alla francese e, per contrasto, del giardino all’inglese. L’espressione “giardino formale” indica spesso proprio un giardino all’italiana o un giardino alla francese. Il giardino all’italiana, sviluppatosi in Italia attorno alla metà del XVI secolo, è l’evoluzione del giardino medievale. Il primo giardino geometrico all’italiana viene tradizionalmente riferito all’ingegno di Niccolò Tribolo, che lavorò a Firenze ai giardini della villa di Castello, della villa Corsini e poi ai Giardini di Boboli, fornendo un modello che venne poi sviluppato scenograficamente nei secoli XVII e XVIII.

Solo nel XIX secolo il giardino informale, o parco all’inglese, fornì un nuovo modello paesaggistico, che in alcuni casi comportò la sostituzione dei giardini geometrici e in altri li affiancò semplicemente, venendo destinato ad altre zone. Tra Otto e Novecento il formalismo ebbe un revival con l’attività di paesaggisti come Cecil Pinsent, ma in definitiva si può dire che non sia mai tramontato. Una caratteristica che si ritrova in tutti giardini formali sono le decorazioni al suolo fatte con aiuole, siepi di sempreverdi (spesso bosso), e le decorazioni floreali disegnate su prato o su un fondo di ghiaia colorata. Oltre ai singoli cespugli potati con forme geometriche, i giardini formali presentano spesso grandi gruppi di piante o complessi vegetali di alberi o arbusti potati secondo forme geometriche, come ad esempio alberi, alti anche oltre i 20 metri, potati a spalliera, tali da realizzare vere e proprie architetture vegetali. Con la stessa logica, nei giardini formali, sono realizzati labirinti, tunnel, colonnati e anfiteatri (teatri di verzura). Nel giardino formale la pavimentazione è realizzata in terra battuta, ghiaia colorata o prato all’inglese. Un altro elemento spesso presente è il giardino segreto, una zona riservata, nascosta nella vegetazione o murato, utilizzato per la coltivazione di piante rare o per distendersi fuori dalla vista degli altri.

Giardino alla francese

Il giardino alla francese o giardino formale francese (in francese: Jardin à la française o Jardin régulier) rappresenta l’espressione del classicismo barocco nell’arte del giardinaggio; uno stile di giardini incentrato sulla simmetria, decorazioni vegetali ricercate, statue, giochi d’acqua e grandiose prospettive che si perdono nelle foreste naturali. È un dare un ordine alla natura ricercando una perfezione formale in una sontuosità teatrale. Sviluppatosi dal giardino rinascimentale francese (a sua volta fortemente improntato sul giardino all’italiana) culmina nel XVII secolo con la creazione dei Giardini di Versailles dal celebre architetto André Le Nôtre per Luigi XIV di Francia; atti a divenire un esempio da seguire per tutte le corti d’Europa. Il giardino alla francese si è evoluto dal giardino rinascimentale francese dell’inizio del XVI secolo, a sua volta direttamente ispirato al giardino rinascimentale italiano. Il giardino all’italiana, improntato sul Giardino di Boboli a Firenze o a quello di Villa d’Este a Tivoli, era caratterizzato da parterres di forme geometriche disposti in modo simmetrico e bordati da siepi tagliate, fontane e cascate, scale e rampe che uniscono i vari livelli e terrazze, grotte, labirinti, statue ed elementi mitologici. Erano concepiti per conferire armonia e ordine alla natura, ideali del Rinascimento, conservando l’eredità dell’Antica Roma.

Nel 1495 re Carlo VIII durante la sua Campagna d’Italia discese a Napoli e rimase entusiasta dei giardini degli Aragonesi. Convinse così gli architetti, Pacello da Mercogliano e Giovanni Giocondo, autori dei giardini della Villa di Poggioreale, a seguirlo in Francia. Carlo VIII commissionò loro i giardini del Castello di Amboise e di Château Gaillard, sue residenze. Il suo successore Enrico II di Francia, che viaggiò molto in Italia e incontrò anche Leonardo da Vinci, creò un giardino all’italiana al Castello di Blois. Verso il 1528 Francesco I inizia i nuovi giardini del Castello di Fontainebleau, ricco di parterres, fontane, una foresta di pini importati dalla Provenza e la prima grotta artificiale di Francia. Il Castello di Chenonceau presenta due giardini creati secondo il “nuovo stile”, uno venne realizzato nel 1551 per volere di Diana di Poitiers, il secondo, nel 1560, voluto da Caterina de’ Medici. Nel 1564 la regina di Francia Caterina de’ Medici commissiona la creazione dei celebri Giardino delle Tuileries, il più bello e grande parco di Parigi. Era uno spazio chiuso che misurava 500 metri di lunghezza e 300 di larghezza. Era diviso in scomparti rettangolari da sei viottoli e le sezioni erano piantate con prati, aiuole, e piccoli gruppi di cinque alberi, chiamati Quinconces; non mancavano parti con orti e vigneti. I Giardini delle Tuileries furono utilizzati per le sontuose feste reali di Caterina, in onore degli ambasciatori della regina Elisabetta I e per il matrimonio di sua figlia, Margherita di Valois con il futuro Enrico IV.

Giardino all’inglese

Il paesaggismo (in inglese landscaping) è l’attività del progettista legata al giardino paesaggistico, tipologia maturata dalla fine del XVI secolo in poi e che concentrava la propria speculazione attorno al giardino come imitazione della natura, stretto rapporto non solo con la pittura e l’architettura ma anche con il paesaggio circostante. Giardino e paesaggio, frutto della contaminazione tra la cultura britannica ed elementi orientali, sono uniti alla base del giardino all’inglese e trovano nel saggista Capability Brown il primo teorizzatore. La fortuna del giardino all’inglese e la varietà della sua diffusione è dovuta soprattutto all’opera di teorici come Brown e alla grande fortuna di pubblico e critica che questi saggi riscossero all’epoca. Tra gli autori più importanti è opportuno citare almeno Humphry Repton: nei suoi scritti, la figura del landscape gardener assume il ruolo di progettista completo, padroneggiante tutti gli aspetti del disporre e progettare lo spazio e le discipline ad esso correlate, non ultime l’architettura, l’idraulica, l’illuminotecnica, la botanica e la fisica. Questo insieme di discipline sarebbe poi stato chiamato jardinisme da Amèdèe de Viart nel suo Le jardiniste moderne (Parigi, 1819). Nel panorama critico, al giardinaggio paesaggista si opponeva una corrente nata all’inizio del XIX secolo con Uvedale Price e Richard Payne Knight, sostenitori della pictoresque beauty che avrebbe poi portati alla nascita del giardino romantico cosiddetto pittoresco.
GIARDINI D'EUROPA
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GIARDINI E PAESAGGI NELLA STORIA – UNA GUIDA RAGIONATA E BIBLIOGRAFICA – DI BRUNO FILIPPO LAPADULA

FONDAZIONE ALDO DELLA ROCCA ENTE MORALE PER GLI STUDI URBANISTICI – COLLANA RICERCA E DOCUMENTAZIONE

 

La mostra  “PIETRO PORCINAI (1910-1986). IL LAVORO DI UN PAESAGGISTA ITALIANO NELLE IMMAGINI E NEI DISEGNI DELL’ARCHIVIO FIESOLANO”  di TESSA MATTEINI

COLONIA. ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA, 3 MARZO -13 APRILE 2004 COLONIA. KÖLNMESSE, 5-7 SETTEMBRE 2004

 

I GIARDINI DI PIETRO PORCINAI IN UMBRIA

A cura di Marina Fresa, Giulia Giacchè, Luciano Giacchè. Regione Umbria

 

Il giardino storico come luogo d’incontro tra arte e natura | The historical garden as a place where art meets nature

ELENA ACCATI, MARCO DEVECCHI

ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ANNO 151 – LXXII – N. 1 – GIUGNO 2018

 

Russell Page | Giro d’italia

Estrapolata dal paesaggio roccioso dell’isola di Ischia, l’oasi La Mortella è formata da due giardini molto diversi tra loro: uno sulla collina, ideato da Lady Walton con vegetazione mediterranea; e l’altro a valle, disegnato da Russell Page a partire dal 1956. Qui il clima è subtropicale e le piante prevalentemente acquatiche.

Testo Elisabetta Colombo – Foto Alessio Guarino. Living Corriere