Nella magica quiete del suo studio laboratorio sui dolci colli di Fiesole, studia e lavora da più di trenta anni uno dei più grandi architetti di giardini e di paesaggi del mondo, Pietro Porcinai. L’incantevole villa Rondinelli-Vitelli, che nel Quattrocento era la casa degli ospiti dei Medici, sembra il luogo ideale per chi da una vita si occupa di verde privato e di verde pubblico.
“È stato un amore a prima vista”, racconta Porcinai con il suo bell’accento fiorentino. “Mi innamorai della villa appena la vidi, e decisi di prenderla in affitto, anche se era decisamente al di sopra delle mie possibilità economiche. Allora apparteneva alla principessa Isabella Boncompagni Ludovisi, che aveva già 92 anni e che fortunatamente mi preferì ad altri. Per due anni andai li soltanto per pensare. Poi uno dei nipoti che l’aveva ereditata decise di venderla, e io, che non ero ricco ma avevo molti amici su cui contare, riuscii a ottenere un grosso prestito da una banca e la comprai. Dovette però passare ancora del tempo prima di poterla considerare mia, perché l’eredità si rivelò complicatissima, in quanto gli eredi erano numerosi e in discordia fra loro”.
In senso concreto, il “verde” nell’urbanistica non può certamente limitarsi a ciò che spesso avviene di vedere nei piani e progetti, cioè la mera indicazione, non sul terreno, ma sulle planimetrie, di quel colore in corrispondenza delle aree destinate ad esser piantate ad alberi, a cespugli generici, o a prato. Deve essere invece molto di più.
Anzitutto è bene rammentare che piantando senza precise vedute, od anche chiamando, ad opere eseguite, un giardiniere che infili piante nella terra, l’azione a pro del “verde” sarebbe molto simile a quella di certi ingegneri del passato i quali fatto l’edificio chiamavano l’architetto per fare la facciata.
Ebbene, quando si tratta del verde, oggi, da noi in Italia (ma non solo in Italia) siamo purtroppo proprio al caso della facciata pensata e disegnata a posteriori, dato che ben di frequente le zone verdi o sono lasciate all’abbandono o son fatte piantare a talento dal primo qualunque operaio sedicente giardiniere che capita a portata di mano.