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Kōraku-en Garden

I Giardini di Okayama

È noto soprattutto per i suoi vasti prati, del tutto inusuali in un giardino giapponese, per sfruttare al meglio le tecniche paesaggistiche giapponesi dette kaiyū e shakkei, e per la presenza delle gru della Manciuria portatrici …

Arashiyama Bamboo Grove

La foresta di bambù di Arashiyama e Sagano

La foresta di bambù di Arashiyama e Sagano si trova in una riserva naturale dell’ampiezza di circa 160.000 metri quadrati, nell’area di Arashiyama. I bambù della foresta vengono usati come materie prime anche nell’artigianato  …

Tenryu-ji Garden

Un Giardino per il Gautama Buddha

Nel 1994, fu registrato tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO come parte dei monumenti storici dell’antica Kyoto, ed è classificato al primo posto tra i cosiddetti “Cinque Monti” di Kyoto. Nel IX secolo, durante il primo …

Testo di Pietro Porcinai e Attilio Mordini

Giardini d'occidente e d'oriente

Secondo il mito la storia del Giappone ebbe inizio quando il ponte che univa il Cielo alla Terra fu distrutto e Gimmu Tennò divenne il primo degli imperatori terreni, dopo che per tanto tempo le divinità stesse del Cielo avevano governato, non senza guerra, il paese. Dovette da allora rimanere agli uomini un’insopprimibile nostalgia di quell’aereo ponte che era via al cielo, di quel cielo diventato isola inaccessibile. Forse l’anima del Giappone si chiuse in se stessa come il Giappone entro il suo mare, per essere poi capace di ritrovare nella vita della natura la presenza del paradiso. E da quella mitica nostalgia nacquero i giardini. Quando nel VI secolo d.C. il Buddhismo Zen, importato dalla Cina, si diffonde, non senza ostacoli, nel clima fortemente poetico dello Shintoismo, abbiamo già in atto gli elementi religiosi e psicologici essenziali alla fioritura dei giardini.

La religione shintoista, considerata la religione originaria e nazionale del Giappone, insegna a guardare alla natura come veicolo o espressione della divinità o, meglio, delle diverse divinità, siano esse quelle dei monti, delle sorgenti o quelle del vento o del fuoco. Lo Zen era, più che una teoria, un metodo di vita, era meditazione ed esercizio insieme, era il vivere la vita del Tutto entro e al di sopra della propria personalità che in Giappone si traduce e si realizza in termini quasi guerreschi di lotta, di eroico controllo, di rinuncia.

Cha no yu

È una delle arti tradizionali zen più note. Codificata in maniera definitiva alla fine del XVI secolo dal monaco buddhista zen Sen no Rikyū, maestro del tè di Oda Nobunaga e successivamente di Toyotomi Hideyoshi. Il cha no yu di Sen no Rikyū riprende la tradizione fondata dai monaci zen Murata Shukō e Takeno Jōō. La cerimonia si basa sulla concezione del wabi-cha. Questa cerimonia e pratica spirituale può essere svolta secondo stili diversi e in forme diverse.

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Tea ceremony room

Chashitsu

Un chashitsu è una struttura costruita per l’ospite di una cerimonia del tè (maestro, ospite) per invitare gli ospiti e servire loro il tè nella cerimonia del tè in stile giapponese. È anche chiamata ‘cerimonia del tè’, ‘recinto’ o ‘sukiya’. Sono approssimativamente divisi in quelli in stile paglia e quelli in stile shoin, ma in generale si riferiscono spesso a quelli in stile paglia. In alcuni casi è costruito come edificio indipendente, in altri casi è integrato in un edificio come una sala studio. 

JAPANESE GARDENS

It’s not easy to provide an exact date of its origin. According to some, it can be linked to the construction of the Tatsumi Canal in 1632 by Maeda Toshitsune, the third head of the Maeda clan from 1605 to 1639. The canal was later incorporated in 1822 into the winding artificial river of the garden. According to others, the garden owes its existence to the fifth daimyo of Kaga, Maeda Tsunanori (r. 1645–1723). In 1676, he had the building called Renchi-ochin (“Lotus Pond Pavilion”) constructed on the slope in front of Kanazawa Castle, along with a surrounding garden initially named Renchi-tei, “Lotus Pond Garden.” Little is known about the structure and features of Renchi-tei due to a fire that almost completely destroyed it in 1759. According to documents from earlier years, the garden was often visited by local nobility who organized banquets to appreciate the moon and autumn leaves and to admire horses.

There is a legend related to the Sacred Fountain of Kenroku-en, considered by some as the oldest element of the garden still present today, which states:

1,200 years ago, a farmer named Tōgorō stopped at the fountain to wash potatoes. Suddenly, fragments of gold began to rise to the water’s surface, giving the city the name Kanazawa, “Golden Marsh.” The water comes from the purification basin located at the nearby Shinto shrine, and many people come to collect water for tea ceremonies at this fountain. The Shigure-tei, a tea house built in 1725 and miraculously survived the fire of 1759, not only seems to indicate the spread of this ritual before the fire but also the culture traditionally associated with it, influencing the garden’s aesthetics. The Shigure-tei was used even after the fire and then completely restored during the Meiji period.