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ITINERARI BOTANICI | EMILIA ROMAGNA GIARDINO DEL CASONCELLO © ALESSIO GUARINO cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper
I GIARDINI DEL CASONCELLO | LOIANO

Itinerari Botanici

I Giardini del Casoncello rappresentano un esempio unico di giardino naturale ed ecosostenibile e racchiudono una ricchezza botanica difficile a trovarsi nello spazio relativamente piccolo di un ettaro. Nati dalla trasformazione di un antico podere abbandonato sono oggi un importante punto di riferimento non solo a livello locale ma anche nazionale ed internazionale per gli appassionati e gli studiosi di giardini, grazie anche alla loro insolita tipologia. Utilizzando piante selvatiche e piante ornamentali in armoniosa mescolanza, escludendo qualsiasi prodotto chimico, sfruttando le possibilità dell’esistente, seguendo le suggestioni proposte dalla Natura, si è andato creando, nel tempo, un luogo di grande bellezza dove la ricerca estetica si coniuga costantemente con il rispetto della via naturale in ogni sua forma. Oggi i Giardini del Casoncello si offrono quindi come esempio per i giardini del futuro, perché sono una testimonianza concreta di come sia possibile, pur nell’artificio del giardino, la protezione della vita naturale.

I Giardini del Casoncello non hanno avuto origine, come accade solitamente, da un progetto iniziale. Facendo tesoro di alcune piante preesistenti, selezionando arrivi inattesi, lasciando spazio al movimento delle specie spontanee, introducendo specie esotiche adattabili all’ambiente e mescolandole alle native, si è andato creando, sul “canovaccio” offerto dalla Natura, un nuovo paesaggio che ha sostituito, ma senza cancellarne il ricordo, quello che l’abbandono trentennale aveva creato sul paesaggio agricolo primigenio.
Si sono così formate, nel tempo, una serie di “stanze vegetali”, collegate da percorsi che svelano, poco alla volta, ambienti molto diversi fra loro per habitat e conformazione, accomunati però dalla stessa armonica esuberanza. Anche piante solitamente bandite dai giardini trovano qui la loro ragione di essere, trattate al pari delle ornamentali più preziose. Gli spazi, se pur sotto controllo, appaiono affollati, come in natura, da una infinita varietà di specie erbacee, arbustive ed arboree, conferendo al luogo il suo aspetto caratteristico di giardino-foresta.

Questa tipologia, oltre a regalare una insolita piacevolezza alle scene e dare possibilità di vita alla piccola fauna, crea anche un microclima che permette di naturalizzare in una porzione di freddo Appennino piante dell’area mediterranea, come cisti e phlomis che ormai si disseminano spontaneamente come nei loro paesi di origine.
Questo succede soprattutto negli assolati e scoscesi bordi strada, senz’altro uno dei luoghi più spettacolari quando alla fine della primavera, sono letteralmente ricoperti da queste piante cui si mescolano antiche rose ed erbe aromatiche. Lo stesso tratto poi, appena poco più oltre, offre, all’inizio di aprile la meraviglia di un esemplare di Rosa banksiae alba normalis che si allarga sul pendio alle spalle del vecchio forno, addossata al quale venne piantata, ricoprendo una superficie di almeno 200 metri quadrati.
Le rose, quelle botaniche che prendono d’assalto gli alberi,e quelle antiche che si allargano in lassi cespugli, sono una delle dominanti dei Giardini, insieme ai numerosi arbusti a fioritura soprattutto primaverile. Anche per questi ultimi alle specie native, anche introdotte, come il corniolo, la colutea, la lonicera arbustiva e altri, sono state affiancate molte specie esotiche fra cui alcune per noi molto insolite, come Carpenteria californica, Xanthoxylum piperitum e tante altre ancora.

Nel bosco-giardino, nato dove la Robinia pseudoacacia aveva colonizzato l’antico vigneto, si sono create zone di felci fra i ceppi dei vecchi alberi morti e, a seconda delle stagioni, arrivano distese di narcisi, mughetti, svettanti digitali e ciclamini, grazie al lungo lavoro di naturalizzazione.
Gli spazi aperti dei prati sono arazzi fioriti che, nel tempo, con un paziente e sapiente lavoro di selezione, unito anche ad un lavoro di introduzione, si sono intessuti di una infinita varietà di specie: liberi fino a stagione avanzata e movimentati da stretti sentieri falciati creano paesaggi estemporanei.
Anche gli alberi da frutto e i cespugli da bacca sono coltivati in modo libero e convivono con rose, cespugli ed erbe fiorite, facendo del giardino-frutteto uno spazio di insolito fascino.
Quello che un tempo era nato come piccolo giardino di piante mellifere per le api è oggi il giardino delle erbe che, arricchito di piante aromatiche sia erbacee che arbustive e di officinali crea un luogo ricco di sentori nel quale si scende fra ammassi fioriti.

All’estremo confine dei Giardini del Casoncello, protetto alle spalle da una alta e scenografica cortina di bambù, si stende l’orto–giardino. Oggi, come agli inizi, quando era questa la sola porzione di territorio presa in carico per una accurata coltivazione, regala bellezza per lo spirito e cibo per il corpo. Si è arricchito di una infinita varietà di specie, anche perenni e continua ad essere coltivato secondo le regole dell’orticoltura naturale. E’ senz’altro il luogo che più affascina ed incuriosisce i visitatori ed è il luogo dove in maniera più esplicita e dimostrativa può essere trasmesso l‘importante messaggio di amore e rispetto verso la terra a cui affidare i semi .

Maria Gabriella Buccioli
I giardini venuti dal vento
Come ho costruito il mio giardino secondo natura Pp. 246 Uscita: 2003

Illustrato da: Lucio Filippucci
Collana: Pendragon Garden – 1
ISBN: 88-8342-230-9

Maria Gabriella Buccioli
Chiacchiere di giardinaggio insolito
A proposito di fiori, animali, erbe e (mal)erbe del mio giardino.

Illustrato da: Lucio Filippucci
Pp. 304 Uscita: 17/02/2010
Collana: Pendragon Garden – 8
ISBN: 978-88-8342-816-6

Una giardiniera in cucina
Erbe, fiori e frutti del mio giardino in tavola

Illustrato da: Lucio Filippucci
Pp. 351 Uscita: 17/03/2016
Collana: Pendragon Garden – 17
ISBN: 978-88-6598-721-6