Un’importante capacità di Pietro Porcinai era quella di individuare i reali problemi e comprendere le procedure idonee, precorrendo sempre i tempi grazie ad una pre-veggenza fondata su basi tecniche sperimentate. Oltre al suo precoce ed innato talento naturale e alla sua intelligenza professionale, Porcinai aveva inoltre maturato una specifica formazione all’estero, in notevole anticipo rispetto ad altri, senza dubbio rimanendo influenzato dalla cultura paesaggistica di quei paesi, in particolare Germania e Belgio, dove aveva fatto pratica di tecniche colturali presso alcuni vivai specializzati. In Italia il percorso della sua formazione si intrecciò con un periodo cruciale dell’arte dei giardini: infatti, proprio nel 1924 Luigi Dami pubblicò II giardino italiano, dimostrando il primato italiano nell’arte dei giardini.
La natura autoctona e caratteristica del giardino italiano, nel riappropriarsi del suo primato in un campo diventato oggetto di studi di stranieri, soprattutto anglosassoni, culminò nella famosa Mostra del Giardino Italiano del 19311 a Firenze, dove si tese alla valorizzazione di un grande passato, senza tuttavia tentare di aprire la strada alla ricerca di nuove forme moderne nell’arte dei giardini. Presidente della Commissione esecutiva’ della mostra fu Ugo Ojetti, sostenitore di un’architettura monumentale e in stile. Nell’ambito della manifestazione furono riproposti dieci modelli ideali di giardini, in una sorta di percorso storico dell’arte dei giardini italiani, concepiti come piccole creazioni scenografiche in cui era presente anche il giardino paesaggistico all’inglese, anche se giudicato estraneo alla tradizione classica nazionale.
Cecil Ross Pinsent (1884-1963) was an influential English architect and landscape designer renowned for his contributions to the creation of stunning gardens in Italy during the early to mid-20th century. Born in Montevideo, Pinsent developed a deep affinity for Italian culture and aesthetics, which greatly influenced his approach to landscaping. His work is characterized by a harmonious blend of traditional Italian design principles and a keen sensitivity to the natural environment. Collaborating with renowned architect Edwin Lutyens, Pinsent left an indelible mark on the gardens of Tuscany, particularly in areas like Florence and Siena. His landscapes are celebrated for their timeless beauty, characterized by formal elements, symmetry, and meticulous attention to detail, making Cecil Ross Pinsent a key figure in the history of Italian garden design.
Heinrich Ludolf Verworner è stato un pittore tedesco nato a Lipsia nel 1864 e morto a Fiesole nel 1927. Dopo un lungo periodo di soggiorni in varie città italiane, si stabilì definitivamente a Fiesole nel 1901, vivendo innanzitutto nella Villa Martini e poi, dal 1908, nella Villa Gentilini a Fontelucente, che contribuì a restaurare personalmente. A Fontelucente creò anche un giardino claustrale ispirato alla Loggia del Convento di San Marco.
La sua permanenza a Fiesole fu segnata da una stretta relazione con il paesaggio e la luce toscana, elementi che influenzarono molto la sua pittura, la quale è caratterizzata da un senso pànico e mistico della natura. La sua vita non fu priva di difficoltà: durante la Prima guerra mondiale dovette rifugiarsi in Svizzera a causa dei turbamenti della guerra e lì soffrì di una profonda depressione, che lo condusse infine al suicidio nel 1927. Sua moglie Charlotte, anch’essa figura importante nel suo percorso artistico e umano, condivise questa esperienza intensa e tormentata.
Archivio Storico del Comune di Fiesole conserva documenti che testimoniano la sua vita e la sua attività artistica in città, e la vicenda di Verworner è stata oggetto di studi e convegni per la sua rilevanza nell’ambito della cultura artistica tedesca in Toscana nel primo Novecento. La sua arte rappresenta un ponte tra la tradizione rinascimentale italiana e la cultura ideale della sua patria tedesca, inscritta in un contesto internazionale di idealismo filosofico e simbolismo pittorico.
ESTATE FIESOLANA edizione 2023 in scena al Teatro Romano di Fiesole propone ogni sera un evento diverso, da giugno a settembre. Un cartellone che comprende diversi aspetti della proposta artistica italiana ed internazionale con molti personaggi dello spettacolo dal vivo. Già annunciati i primi nomi con la musica d ‘autore come Stefano Bollani e Makaya McCraven, veri alchimisti del jazz, Alice con il suo tributo a Franco
Battiato, il sound raffinatissimo dei BowLand e Irene Grandi in versione blues. Per la scena musicale internazionale salirà sul palco fiesolano Suzanne Vega, riconosciuta come una delle principali cantautrici della sua generazione, accompagnata alla chitarra di Jerry Leonard, a lungo collaboratore anche di David Bowie. A settembre arriva Roberto Cacciapaglia ed i Pink Floyd Legend con Atom Heart Mother Mercoledì 21 giugno il Teatro Romano, come tradizione, ospiterà la giornata dedicata alla Festa della Musica, uno dei più importanti eventi a valore culturale che celebra il solstizio d’estate in più di 120 nazioni in tutto il mondo. La serata a cura della Scuola di Musica di Fiesole è ad ingresso libero su prenotazione.