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ITINERARI NATURALISTICI Sentiero Italia è un sentiero escursionistico di lunga percorrenza lungo 7960 km che attraversa le due grandi dorsali montuose della penisola italiana.
L'idea originale nasce nel 1983 su intuizione di un gruppo di giornalisti e scrittori poi riunitisi nell'Associazione Sentiero Italia. In seguito, con la collaborazione del CAI, l'Associazione lancia poi nel 1995 l'evento CamminaItalia, aperto a tutti e guidato da Teresio Valsesia, Riccardo Carnovalini e Giancarlo Corbellini. Un gruppo di escursionisti parte dalla cittadina sarda di Santa Teresa di Gallura, in provincia di Sassari, per coprire gran parte del percorso in otto mesi. L'iniziativa è stata ripetuta nel 1999, questa volta con la collaborazione dell'Associazione Nazionale Alpini.

Negli ultimi anni è stata uniformata la segnaletica, con un segnavia rosso-bianco-rosso con la scritta SI.

Per lunghi tratti, il Sentiero Italia Cai coincide in gran parte con sentieri preesistenti, in particolare:

Grande Traversata delle Alpi in Piemonte
Alta Via dei Monti Liguri in Liguria
Grande Escursione Appenninica in Toscana
Sentiero del Brigante in Calabria
Il percorso ufficiale, aggiornato contestualmente alle operazioni di manutenzione e ripristino ad opera di oltre 6000 volontari del CAI, è disponibile sul sito del Sentiero Italia, lanciato dal Club Alpino Italiano a febbraio 2019.

Nel 2018 il Club Alpino Italiano annuncia, d'intesa con l'Associazione Sentiero Italia, l'intenzione di recuperare e rilanciare il tracciato rinominandolo Sentiero Italia Cai. L'iniziativa prevede la raccolta delle informazioni sullo stato attuale del percorso e la progettazione, programmazione e realizzazione di tutti gli interventi necessari per la percorribilità (manutenzione, posa della segnaletica).

Il percorso, suddiviso in 527 tappe, parte dalla località di Santa Teresa di Gallura in provincia di Sassari e prosegue poi dalla Sicilia lungo tutta la dorsale appenninica e il versante meridionale delle Alpi fino a Muggia, in provincia di Trieste, utilizzando lunghi tratti di itinerari preesistenti quali la Grande Traversata delle Alpi, l'Alta Via dei Monti Liguri e la Grande Escursione Appenninica, attraversando in tutto 6 siti naturali UNESCO, 20 regioni e 360 comuni italiani.

Il primo "exploit" in solitaria è di Emilio Pizzocolo, 54 anni, un escursionista del CAI di Sesto San Giovanni con alle spalle un’intensa attività alpinistica. Pizzocolo percorre il tracciato in 226 tappe e definisce il CamminaItalia «Un’avventura infinita». La sua impresa viene documentata su “Lo Scarpone” con una foto in copertina e con un articolo del direttore della rivista, Teresio Valsesia.

L'escursionista e fotografo professionista Lorenzo Franco Santin ha compiuto l'intero percorso, a piedi e in solitaria, partendo il 30 marzo 2017 da Santa Teresa di Gallura e giungendo in località Lazzaretto, presso il confine tra l'Italia e la Slovenia, il 25 agosto. Santin seguì il tracciato "storico" del Sentiero Italia, tenendo una media di 54 km al giorno, effettuando delle deviazioni in situazioni in cui la privatizzazione dei terreni o il degrado dell'ambiente naturale non consentivano di proseguire secondo il percorso individuato dall'Associazione Sentiero Italia. Durante l’intero percorso, ha seguito un’alimentazione completamente vegana. L'anno precedente lo stesso Santin aveva tentato la stessa impresa partendo il 23 maggio, ma era stato costretto ad interrompere il cammino in Val Masino a causa delle avverse condizioni atmosferiche dopo aver percorso 4705 km in 121 giorni.

Renato Frignani inizia il suo viaggio in Italia in solitaria il 30 marzo 2019 camminando la GTE Elbana per poi iniziare il Sentiero Italia Cai da Santa Teresa di Gallura il 4 Aprile. A metà della catena costiera calabrese, Renato nota tra i sacchetti dell’immondizia un cucciolo di pastore maremmano. Lo salva e se ne prende cura decidendo di continuare il viaggio insieme a lui, Pulce. L'incontro con questo cane cambia tutta l’organizzazione logistica del viaggio. Gli eventi portano i due ad arrivare sulle Alpi Marittime in Piemonte in autunno avanzato il che crea diversi problemi per il proseguimento del cammino in sicurezza. Renato decide di continuare a camminare a quote più basse per evitare neve e ghiaccio, compiendo un tracciato che collega sentieri, forestali e strade carrozzabili. A intermittenza percorrono anche alcune varianti del Sentiero Italia Cai sul confine Italo-Svizzero e in Friuli. Raggiungono la località Lazzaretto di Muggia il 18 gennaio 2020 dopo 4513 km.

Elia Origoni percorre l'intero tracciato del Sentiero Italia CAI nel 2021, in solitaria ed in autonomia, eliminando completamente tutti i mezzi di trasporto e senza l'utilizzo di cartografia digitale. Parte da Santa Teresa di Gallura l'8 febbraio 2021, arrivando in località Lazzaretto il 10 ottobre dello stesso anno. Tutto il viaggio è stato documentato e raccontato oltre che sulle pagine social, anche sul suo blog.

Per eliminare totalmente i mezzi di trasporto inquinanti, utilizza una barca a remi di tipo oceanico per affrontare le 185 miglia marine che separano la Sardegna alla Sicilia. Arrivato a Villasimius, attende una decina di giorni per avere una finestra di tempo ottimale per poter affrontare in quattro giorni il mare aperto. 100 ore di navigazione, senza supporto e senza contatti con la terra ferma, che lo portano a sbarcare a Trapani il 16 marzo. Due imbarcazioni più leggere ma sempre a remi verranno poi usate per attraversare lo Stretto di Messina ed il Lago Maggiore.

Per non utilizzare cartografia digitale, sono state impiegate 121 carte geografiche, tra carte escursionisti ed IGM. Una scelta volta a far capire che è ancora possibile muoversi senza dover essere dipendenti da strumentazione elettronica.
SENTIERO ITALIA
ITINERARIO ITALIA | 220 KM LUNGO IL PIAVE

LA PIAVE

L’itinerario comprende l’intero corso del fiume Piave, dal monte Sappada sino al suo sbocco al mare Adriatico, a Eraclea e Jesolo: un fiume conosciuto per le sue vicende legate alla prima guerra mondiale, ma che fin dall’antichità è stato una risorsa e un motivo d’identità di intere città e territori cresciuti lungo il suo corso.

Il Piave trova origine da un ruscello che nasce dalle falde meridionali del monte Peralba che eleva la sua vetta a quota 2 693 m sul livello del mare, da altri si vuole che l’asta iniziale del fiume sia costituita dal rivo formato dall’unione di due corsi d’acqua scendenti dal tratto della catena principale delle Alpi Carniche compreso fra il Passo Palombino e il Passo dell’Oregone. Tale corso d’acqua si forma nella Val Visdende da dove esce attraverso la forra del «Cianà» o di Cima Canale; il suo antico nome è quello di Silvella (dal dialetto La Salvela) ma è più comunemente denominato Cordevole di Visdende per distinguerlo dal Cordevole di Agordo, che è il maggiore affluente del Piave. Il Piave nella Val Sesis poco più a valle del rifugio “Sorgenti del Piave”

AMBIENTE NATURALE & ARCHITETTURA RURALE Le strade bianche in Toscana sono un elemento distintivo e affascinante del paesaggio della regione. Hanno radici antiche e spesso seguono tracciati storici che risalgono a epoche passate. Molte di esse erano originariamente percorsi utilizzati dai contadini per raggiungere i campi o i villaggi circostanti. Nel corso del tempo, molte di queste strade attraversando colline e campagne sono diventate parte integrante del paesaggio toscano, offrendo viste panoramiche mozzafiato sui paesaggi toscani. Il colore chiaro della ghiaia crea un contrasto affascinante con la vegetazione circostante, che spesso include oliveti, vigneti e cipressi. Le strade bianche sono spesso ombreggiate da alberi, creando tunnel naturali che aggiungono ulteriore bellezza al paesaggio.

Percorrere le strade bianche in auto o in bicicletta è un'esperienza unica. La ghiaia sottostante crea un rumore di calpestio distintivo, e la guida su queste strade offre una sensazione di connessione con la storia e la tradizione della regione. Molte di queste strade sono inoltre poco trafficate, offrendo un'esperienza di guida tranquilla e rilassante. Lungo le strade bianche è possibile incontrare antichi casolari, fattorie e borghi rurali. Questi edifici tradizionali, spesso realizzati in pietra, contribuiscono al fascino rustico delle strade e offrono uno sguardo autentico sulla vita rurale toscana.
LE STRADE BIANCHE

I CAMPI ELISI

PIENZA | VAL D'ORCIA

Da Pieve dei Santi Vito e Modesto a Corsignano imbocca la strada di Terrapille che scende giù verso i campi elisi locationn utilizzata nel film Il Gladiatore.

SAN QUIRINO D'ORCIA

CIPRESSI SOLITARI

Confina a nord e ovest con il comune di Montalcino, a est con Pienza e a sud con Castiglione d’Orcia, confine tracciato dal letto del fiume Orcia.

BUONCONVENTO

PAESAGGIO & STORIA

La maggior parte delle frazioni di Buonconvento ospita castelli medievali o rinascimentali. Da visitare prima o dopo la raccolta dei campi location sempre straordinari.

ASCIANO

LE CRETE SENESI

Asciano ha origini e insediamenti etruschi, romani e longobardi. Una necropoli etrusca del V secolo a.C. è stata scavata nelle vicinanze di resti di terme romane con un bel pavimento a mosaico.

ITINERARI NATURALISTICI IN TOSCANA

OASI LIPU MASSACIUCCOLI

La pianura bonificata circostante il lago di Massaciuccoli era in origine interamente coperta da zone palustri, formate dalle antiche foci del Serchio. I terreni palustri residui, localizzati a nord del lago, sono tuttora di ampiezza rilevante (quasi doppia rispetto alla superficie dello specchio d’acqua principale). Tutto il lago e parte della zona palustre sono inclusi nel Parco Naturale di Migliarino – San Rossore, che non è stato in grado di arrestare alcune forme di pesante degrado ambientale.

Il lago è provvisto di un emissario funzionale, il Canale Burlamacca che si getta entro il porto di Viareggio, e di un altro, il fosso della Bufalina, dal quale le acque vengono spinte al mare tramite un impianto idrovoro; gli immissari consistono nel modesto Rio di Quiesa, il canale Barra e soprattutto nei canali di drenaggio delle bonifiche retrostanti la sponda pisana, che apportano acque di cattiva qualità.

Alain de Botton | Architecture and Happiness A field somewhere, just outside the town. For a few million years, it slept under a blanket of ice. Then a group of individuals with very pronounced lower jaws settled there, lit fires, and on a stone pedestal, sacrificed an animal to strange gods. Millennia have passed. The plow was invented, and someone sowed wheat and barley. The field belonged to monks, then to the king, then to a merchant, and finally to a farmer who received a generous sum from the government to sell it to the colorful procession of ranunculus, daisies, and red clover.

This field has had a lively life. A German bomber, off target, flew over it during the war. Children interrupted long car trips to vomit at its edges. In the evening, people lay down wondering if the lights in the sky were stars or satellites. Ornithologists trampled it with sand-colored socks on their feet, searching for families of chimney sweep thrushes. During a bicycle tour of the British Isles, two Norwegian couples camped there for a night and, in their tents, sang Anne Knutsdotter and "Mellom Bakkar og Berg." Foxes looked around, and mice embarked on exploratory journeys. Worms did not leave their burrows.

But for this field, time is up. The dandelion patch will soon become the living room of number 24. A few meters away, among the wild poppies, will be the garage of number 25, and there, among the white butterflies, the dining room where someone not yet born will one day argue with their parents. Above the hedge will be the children's room, designed by a woman working at a computer in an air-conditioned office in a complex next to a highway.

At an airport on the other side of the world, a man will miss his family and think of his home, whose foundations will have been dug where there is now a puddle. The village of Great Crosby will do its best to suggest its age and inevitability, but nothing more will be said about the chimney sweep thrushes, picnics, or the long summer evening when the notes of "Mellom Bakkar og Berg" echoed.
The promise of a field
Itinerari Naturalistici Toscana

LE BALZE DEL VALDARNO

Le Balze del Valdarno, conosciute anche come Smotte, sono un geotopo caratteristico, costituite da sabbie, argille e ghiaie stratificate, alte fino a un centinaio di metri, di forme diversificate, intercalate da profonde gole. Queste sono il risultato dell’erosione dei sedimenti pliocenici lacustri del Valdarno Superiore da parte degli agenti atmosferici e dei corsi d’acqua.

Il fondovalle del Valdarno come lo vediamo oggi è il risultato dei fenomeni geologici, avvenuti dopo l’estinzione del Lago pliocenico del Valdarno Superiore. Da questo momento in poi inizia la fase erosiva che continua anche adesso: il reticolo idrografico, formato da un fiume più grande nel fondovalle, l’Arno, e da molti suoi torrenti trasversali più piccoli, ha iniziato a smantellare i sedimenti lacustri accumulati nelle varie fasi e a trasportare questi ultimi più a valle.

Lecci e Cipressi sul colle di San Francesco

Da sempre Fiesole, posta a cavaliere sulle propaggini a settentrione dell’Appennino, fa da magnifico fondale alla città di Firenze. L’insediamento sui colli di San Francesco e di Sant’Apollinare, il colle lunato di matrice etrusca, fu scelto secondo la leggenda, unica lucumonia in Europa, determinata da fausti auspici astrali per dominare sulla pianura insalubre dell’Arno e costituire un fiero baluardo alle incursioni da nord. È evidente che l’esposizione, il panorama, l’orografia hanno giocato un ruolo fondamentale nel rispetto della specificità del sito e determinato una qualità ambientale ed un valore semantico unico in sintonia con il contesto. Un’immagine di paesaggio-giardino con un sistema di segni, percorsi, affacci e visuali che tutt’oggi si perpetuano e consentono di leggere, come un libro aperto davanti a noi, le qualità originarie che hanno costituito una sfida, un impegno ed anche una grande responsabilità.