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Itinerari Storici

Dopo l’unità d’Italia una serie di edifici e luoghi viene dichiarata “monumento nazionale” e viene stabilito l’obbligo, per il governo, della conservazione di alcuni complessi monumentali (cfr. legge 7 luglio 1866, n. 3096, art. 33). Con il termine di “monumenti” vennero indicati “edifici e luoghi che si ricollegano alla nostra storia o alla memoria di grandi uomini”, sia essa fatta con legge o, meno solennemente, con decreto reale”. In pratica i monumenti rappresentano, in generale, veri e propri mezzi storici di comunicazione, “documenti di pietra”, presenti soprattutto nelle città, nella duplice veste di “complessi architettonici dotati di imponenti apparati decorativi, o in quella di singole opere celebrativo-commemorative.

La campagna di classificazione dei monumenti, nell’Italia postunitaria, iniziò nel 1870, con la richiesta da parte della Giunta di Belle Arti di fornire l’elenco degli edifici pubblici «meritevoli di essere annoverati fra i Monumenti Nazionali». Gli elenchi furono successivamente predisposti a cura dalle Commissioni Consultive di Belle Arti, istituite a partire dal 1864 in diverse province del Regno. La raccolta degli elenchi portò alla pubblicazione del primo Elenco dei monumenti nazionali medievali e moderni nel 1875.

La necessità di completare e correggere «l’elenco degli edifizi monumentali» fu ancora ribadita nel 1896, quando il Ministero della pubblica istruzione sollecitò gli Uffici Regionali alla redazione delle schede che mantenessero la divisione in monumenti di importanza nazionale, regionale e locale. Nel 1902 venne infine pubblicato a Roma l’Elenco degli edifizi Monumentali in Italia: elenco privo di efficacia normativa e che non utilizzava la qualifica di “monumenti nazionali”.

Di recente la circolare n. 13 del 5.6.2012 del Ministero per i beni e le Attività Culturali sintetizza ed inquadra in maniera precisa ed efficace l’argomento, concludendo che “ad oggi possono considerarsi efficaci e giuridicamente rilevanti solo le dichiarazioni di monumento nazionale emanate per legge o in base ad apposita legge attributiva del relativo potere”.

LE CITTÀ STORICHE D'ITALIA

VENEZIA

La laguna veneziana si è formata nell’VIII secolo a.C. da un precedente ambiente fluvio-palustre; si suppone che vi fossero insediamenti umani sin dall’epoca preistorica, consentiti dalla ricchezza di risorse che potevano favorire caccia e pesca[20]. In età pre-romana, vale a dire nel periodo paleoveneto, la civiltà era ben radicata nella zona, con popolazioni dedite alla pesca, alla produzione del sale, ai trasporti marittimi e alle altre attività mercantili connesse. Snodo di intensi traffici commerciali che collegavano l’Adriatico con il centro e il nord Europa, in questo periodo si svilupparono nella zona alcuni insediamenti, fra i quali spiccava, ormai con una fisionomia protourbana, il centro di Altino. La venuta dei Romani rafforzò questa situazione: il sistema dei porti venne potenziato (a questo periodo risale Chioggia), mentre l’entroterra venne bonificato e centuriato, come ancora visibile nella disposizione di strade e fossi. La laguna divenne probabilmente luogo di villeggiatura per la nobiltà, come testimoniano alcuni ritrovamenti.

MUSEI VATICANI

ITINERARI D'ARTE

I Musei Vaticani sono il museo nazionale della Città del Vaticano, in Roma. Fondati da papa Giulio II nel XVI secolo, occupano gran parte del vasto cortile del Belvedere e sono una delle raccolte d’arte più grandi del mondo, dal momento che espongono l’enorme collezione di opere d’arte accumulata nei secoli dai papi: la Cappella Sistina e gli appartamenti papali affrescati da Michelangelo e Raffaello sono parte delle opere che i visitatori possono ammirare nel loro percorso. Benché i musei si trovino interamente in territorio vaticano, il loro ingresso si trova in territorio italiano, in viale Vaticano 6 a Roma.

CASTELLO E PARCO DI SAMMEZZANO

Il parco, tra i più vasti della Toscana, venne fatto costruire a metà dell’Ottocento da Ferdinando Panciatichi, sfruttando terreni agricoli attorno alla sua proprietà e una ragnaia di lecci. Vi fece piantare una grande quantità di specie arboree esotiche, come sequoie e altre resinose americane, mentre l’arredamento architettonico fu realizzato con elementi in stile moresco quali un ponte, una grotta artificiale (con statua di Venere), vasche, fontane e altre creazioni decorative in cotto.

Il castello ed il suo parco storico costituiscono un “unicum” di notevole valore storico-architettonico e ambientale. Il parco vi contribuisce considerevolmente con un patrimonio botanico inestimabile formato non solo dalle specie arboree introdotte ma anche da quelle indigene. Solo una piccola parte delle piante ottocentesche è giunta ai giorni nostri: già nel 1890 delle 134 specie botaniche diverse piantate alcuni decenni prima, ne erano sopravvissute solo 37.

LE PIAZZE PIÙ BELLE D'ITALIA

PIAZZA SAN LORENZO A VITERBO

La piazza in sé, benché dominata dalla Cattedrale e dal suo campanile, è circondata da alcuni edifici di una certa importanza storico-architettonica, incluso il vecchio ospedale della città le cui fondazioni etrusche sono chiaramente visibili al livello strada. Sul lato meridionale della piazza si erge la Dimora di Valentino della Pagnotta, edificio del XIII secolo così denominato dal nome del priore che nel 1458 lo acquistò. Una scalinata di tre gradini dà accesso ad un portico a due fornici con altrettanti archi a tutto sesto, separati da una colonna, mentre la zona del piano superiore presenta una facciata arricchita da due finestre bifore. Il palazzo fu danneggiato dai bombardamenti del 1944 ma venne ricostruito esattamente com’era in origine.

Il lato nord della piazza è dominato dalla Loggia del Palazzo dei Papi, allungata e ricostruita nel 1266 con l’erezione di Viterbo a sede papale. La Loggia mette in comunicazione il Palazzo dei Papi vero e proprio, in particolare la Sala del Conclave, con i fabbricati del lato est della Piazza.

PIAZZA DEL CAMPO A SIENA

La piazza si trova nel punto nodale dove si diramano le tre principali vie cittadine, spine dorsali dei Terzi, distinguendosi come un unitario di sublime armonia, frutto più alto della passione senese per la bellezza, manifestata precocemente dal popolo ancora prima del celebre statuto del 1262 dedicato all’urbanistica e all’estetica cittadina. Ciò ne fa una delle più alte creazioni dell’urbanistica medievale.

La forma della piazza è emiciclica, rassomigliante una valva di conchiglia inclinata verso mezzogiorno, con nove spicchi definiti da fasce bianche sulla pavimentazione in cotto. Racchiusa dalla cortina quasi continua di edifici, vi si diramano undici varchi (un tempo dodici), mascherati sapientemente dall’uso delle volte e dalla disposizione su più livelli dell’abitato.

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