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Laboratorio d'Arti Visive in Ambiente DOLOMITI CONTEMPORANEE © ALESSIO GUARINO cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper
Dolomiti Contemporanee | Laboratorio d'Arti Visive in Ambiente

ITINERARI D'ARTE

Dolomiti contemporanee è nato ad agosto 2011. Le  Dolomiti erano da poco divenute bene unesco, patrimonio dell’umanità. Dolomiti contemporanee è un riconfiguratore spaziale, e concettuale, che opera attraverso l’arte e la cultura contemporanea. Le dolomiti sono lo spazio, fisico e concettuale, a cui si è deciso di applicare uno sguardo critico, riattivatore (l’approccio critico è riattivatore). per spazio, intendiamo un luogo del quale sia stato sviluppato il potenziale, il senso. Le dolomiti non si determinano affatto come un luogo (atrofico) del turismo, in cui coltivare ameni stereotipi alpini. costituiscono piuttosto uno spazio d’azione culturale, e un grande cantiere di stimoli. si è deciso dunque di non coltivarne di esse una dimensione/visione contemplativa, ma di utilizzarne in modo sperimentare e innovativo il potenziale, diciamo, di verticalità. abbiamo individuato, misurato, selezionato, una serie di siti e spazi dal forte potenziale, trascurati, depressi, inutilizzati. siti industriali, fabbriche abbandonate, complessi d’archeologia industriale dismessi, ai piedi delle guglie dolomitiche, piantate tra le pareti rocciose. questi siti, risorse frustrate, vengono riattivati, attraverso processi incentrati su arte e cultura. un programma strategico d’azione consente di sviluppare, implementare, sistemi articolati di reti che fungono da ossatura di sostegno al progetto, che è supportato da oltre un centinaio di soggetti pubblici e privati (oltre 400 i soggetti che hanno collaborato con dc dal 2011 ad oggi). Il programma prevede l’occupazione temporanea dei complessi individuati, che vengono trasformati in motori culturali e centri espositivi. Al loro interno, si attivano le residenze, in cui vengono ospitati gli artisti. oltre 200 nei primi quattro anni di attività. la fabbriche, chiuse da anni o decenni, riaprono dunque come centri di produzione culturale ed artistica. Generalmente, esse vengono riattivate durante la stagione estiva/autummale. l’attività che vi si svolge è documentata in questo website. all’interno delle fabbriche, o di altri siti peculiari, gli artisti lavorano in rete con le decine di aziende partner, che forniscono ad essi i materiali, i supporti alle lavorazioni, l’assistenza, per realizzare le opere. definiamo produttivo culturale questo rapporto osmotico. l’attività espositiva rigenera e rifunzionalizza dunque la fabbrica (il suo spettro), che torna a vivere. quando, dopo averla abitata per alcuni mesi, e avervi realizzato alcuni cicli espositivi, a fine stagione, essa viene abbandonata dagli artisti, è diversa da prima. in virtù dell’azione prodottavi, è tornata appetibile, anche a livello commerciale. quindi, viene riaffittata, o rigenerata. in questo modo, l’arte ha dato prova di poter fornire impulsi concreti al territorio, riattivando aree dal grande potenziale, che giacevano in stato necrotico. l’arte è utile, e nutre. con l’arte si mangia (per chi ha fame, e sa masticare).
Altri spazi, dotati di un’inerzia maggiore, vengono affrontati con progetti e programmi a medio-lungo termine. É questo il caso del nuovo spazio di casso, e di progettoborca, progetto di valorizzazione e rifunzionalizzione attivato nel 2014 sull’ex villaggio eni di borca di cadore, sui quali si sono avviati azioni e processi che non si limitano a generare un impulso al riavviamento, e si impegnano invece nella ridefinizione culturale ed identitaria di questi beni sopiti, dei quali si intende riabilitare appieno il potenziale, in modo rinnovativo, ma in coerenza con la loro significativa storia pregressa.

Itinerari d'Arte

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