Il Giardino dell’Iris si distende sotto l’alto muraglione del Piazzale Michelangelo, in una sintesi spaziale che affianca al David baricentrico del monumento all’arte e alla cultura lo straordinario monumento alla natura delle fioriture dell’iris, emblema per la città. Lo stemma di Firenze ha origini antichissime. Già raffigurato in un’urna funeraria del IV sec.a.C., si fa risalire al popolo etrusco di Fiesole, quel “colle lunato” che si dispiega a settentrione, cosi come le origini del nome floreale, dibattute fin dal medioevo, in latino Florentia o in volgare Fiorenza, “a similitudine dei fiori e dei gigli che abbondanti fiorivano intorno alla città”.
Nell’araldica civica, durante il dominio dei Ghibellini, comparve il giglio “sbocciato e bottonato” bianco in campo rosso, e lo stemma fu rosso con il giglio fiorentino d’argento, poi, dal 1267 predominando i Guelfi, ne furono invertiti i colori e il giglio divenne rosso in campo bianco, cosi come sottolinea Dante Alighieri nel Paradiso. Riguardo alla sua denominazione precisa Vincenzo Borghini (1515-1580): “non è un giglio propriamente detto ma piuttosto un fiore del giaggiolo chiamato dai botanici Iris florentina diviso in tre foglie; con tutto ciò fu sempre conosciuto e chiamato con il nome di giglio”, infatti la corolla tripartita e frastagliata rappresenta il giglio o l’iris dei campi detta “giaggiolo bianco” da diacciolo o ghiacciolo, diffusa spontaneamente nella pianura nelle circostanti colline. In onore al legame dell’iris con la città, nel 1954, le ibridatrici Flaminia G. Specht e Nita Stross Radicati proposero all’allora Assessore alle Belle Arti e Giardini, Piero Bargellini, di creare appositamente un giardino dedicato al fiore per diffonderne la cultura ed organizzare annualmente un Concorso internazionale per migliorarne la qualità e, poiché nel mondo non esiste nessuna iris rossa, di creare un iris di colore scarlatto in omaggio al gonfalone della città.
Dal Comune fu data in concessione una parte del Podere dei Bastioni per poter bandire nel 1957 quello che fu il “primo concorso internazionale dell’Iris”. In poco tempo il terreno collinare, affacciato sul vasto panorama e digradante con forte pendenza verso piazza Poggi, fu sistemato a terrazzamenti con muri a secco e l’antico impianto di olivi, secondo la tradizione agraria toscana. Le varie zone furono delimitate da vialetti, piazzole e scale in pietra serena e organizzato a giardino agreste dai tecnici diretti dall’ingegner Conti, su progetto dell’architetto Giuliano Zetti. Il giardino fu inaugurato ufficialmente nel maggio 1957. Nel 1959, con l’apporto dell’appassionato botanico Alberto Chiarugi, che ne fu il primo presidente, fu fondata la “Società Italiana dell’Iris” le cui finalità privilegiarono la diffusione dell’Iris, la tutela del giardino e l’organizzazione del Concorso internazionale. Nel 1967 nella parte bassa del giardino, i tecnici comunali inserirono il laghetto di ispirazione giapponese, per la coltivazione di ninfee, Iris pseudacorus e piante acquatiche, circondato dalle coloriture stagionali di aceri e ciliegi da fiore. Il Giardino, in cui sono conservate numerose varietà e specie considerate a rischio di estinzione, iscritte al “Repertorio regionale delle risorse genetiche autoctone vegetali”, è da considerare un’importante riserva di germoplasma del genere Iris. Inoltre, poiché ha ospitato tutti i concorsi dal 1957 ad oggi, può essere considerato un museo all’aperto e un giardino botanico mono colturale, che offre a studiosi e appassionati la possibilità di fare interessanti osservazioni ed esperienze.
Ines Romitti
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