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AZIENDA GINO GIROLOMONI | ISOLA DEL PIANO MONASTERO DI MONTEBELLO © ALESSIO GUARINO cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper
ITINERARI SPIRITUALI | ISOLA DEL PIANO

MONASTERO DI MONTEBELLO

Il monastero di Montebello di Isola del Piano in provincia di Perugia è legato al nome di Gino Girolomoni. Nato in una famiglia contadina, nel 1970, a 24 anni, diventa sindaco del suo paese d’origine, Isola del Piano, carica che manterrà per dieci anni. Quattro anni più tardi diventa agricoltore biologico e nel 1977, insieme alla moglie Tullia, fonda la “Cooperativa Alce Nero”. Nel frattempo prende sempre più corpo l’idea di recuperare l’antico monastero di Montebello – presso Isola del Piano – e di farlo diventare centro culturale e luogo di incontri tra intellettuali, persone impegnate nel campo sociale, politico ed economico oltre ad agricoltori e contadini. Gli incontri a Montebello sono stati segnati dalle presenze, tra gli altri, di Sergio Quinzio, Ivan Illich, Massimo Cacciari, Guido Ceronetti, Paolo Volponi. Nel 2004 una tappa importante e delicata dell’attività imprenditoriale di Girolomoni è costituita dalla vendita del marchio “Alce Nero” a Conapi e Coop Fond.

Nel 1996 Girolomoni fonda “Mediterraneo”, rivista di agricoltura biologica, biodinamica, ambiente, biodiversità, energia alternativa ma anche di filosofia, teologia, poesia e cultura. Alla rivista collaborano tra gli altri Guido Ceronetti, Gianni Tamino, Emmanuel Anati, Giorgio Fornoni e Piero Stefani. Conoscitore della Bibbia e profondo credente, amico di Sergio Quinzio, Gino Girolomoni ha speso la sua vita a favore dell’agricoltura biologica e contro qualsiasi forma di brevettabilità delle forme viventi considerata come una delle forme di delirio di onnipotenza che caratterizza l’uomo. Nel 2003 e 2004 ha tenuto una rubrica fissa sul quotidiano “Avvenire” denominata “Hortus”, in cui ha scritto riflessioni sull’ecologia. È scomparso nel 2012 all’età di 65 anni, colpito da infarto mentre si trovava nei locali della cooperativa “Alce Nero”. Ora la cooperativa ha cambiato il proprio nome in “Gino Girolomoni Cooperativa Agricola” intitolando al fondatore sia la propria denominazione che il marchio dei propri prodotti.

Marguerite Yourcenar (1903-1987), “Bisogna imparare di nuovo ad amare la condizione umana qual è, accettare i suoi limiti e i suoi rischi, avere un rapporto diretto con le cose, rinunciare ai nostri dogmi di partito, di patria, di classe, di religione, tutti intransigenti e dunque tutti forieri di morte. Quando faccio il pane, penso alla gente che ha fatto spuntare il grano, penso ai profittatori che ne gonfiano artificialmente il prezzo, ai tecnocrati che ne hanno guastata la qualità – non che le tecniche recenti siano necessariamente un male, ma il fatto è che si sono messe al servizio dell’avidità che è certamente un male, e che la maggior parte di esse sussiste solo in virtú di grandi concentrazioni di forze che sono piene di potenziali pericoli. Penso a chi non ha pane, e a chi ne ha troppo, penso alla terra e al sole che fanno crescere le piante. Mi sento idealista e materialista al tempo stesso. Il cosiddetto idealista non vede il pane, né il prezzo del pane, e il materialista, per un curioso paradosso, ignora che cosa significhi quella cosa immensa e divina che chiamiamo “la materia”. Marguerite Yourcenar cdn_helper