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ITINERARI STORICI DELLA TOSCANA

BADIA DI PASSIGNANO

L’abbazia di San Michele Arcangelo a Passignano è un monastero della Congregazione vallombrosana situato nel territorio delle colline del Chianti, in località Passignano, nel comune di Barberino Tavarnelle, nella città metropolitana di Firenze. Il monastero adottò la regola vallombrosana già nell’XI secolo per opera di Giovanni Gualberto, che qui morì nel 1073. Più volte distrutto e ricostruito, oggi appare più come un castello che come una comunità monastica.

Il complesso monastico appare ancora oggi racchiuso all’interno della cortina muraria quattrocentesca a pianta quadrangolare con torri d’angolo ma sono evidenti le integrazioni neogotiche realizzate alla fine del XIX secolo quando, soppressa la comunità monastica, venne trasformato in una villa. La chiesa abbaziale, a pianta a croce latina, è stata quasi interamente ricostruita dalla seconda meta del XVI secolo e internamente affrescata dal Passignano e da Alessandro Allori. Il complesso monastico dal 1986 è tornato di proprietà dei monaci vallombrosani.

Un patrimonio storico e culturale è tesoro di tutti e in quanto tale, merita di essere tutelato e salvaguardato proprio per la bellezza di cui è esempio; con questo spirito tutti i soggetti aderenti al Contratto di Fiume del torrente Pesa hanno scelto di sostenere il progetto di tutela e valorizzazione della Badia di Passignano, un luogo di indubbio fascino situato fra le verdi colline del Chianti.

Nel comune di Barberino Tavarnelle, sulle colline in riva destra di Pesa, tra Mercatale e Panzano in Chianti, sorge questo luogo millenario, simbolo degli aspetti storici e culturali che caratterizzano la zona, ma sopratutto patrimonio artistico e monumentale che ancora oggi è punto di attrazione per un turismo culturale e spirituale.

La Badia di Passignano è luogo di valore e tradizione per il territorio e i suoi abitanti, tappa obbligatoria per i pellegrini che intraprenderanno il cammino della Pesa, sulle tracce di San Michele e di San Giovanni Gualberto. Un luogo da cui deriva il dovere di conservarne la bellezza e tutelarne l’importanza.

Per questo, la Comunità Vallombrosana e il Comitato “Aiuta la Badia di Passignano”, con il Patrocinio dell’Unione Comunale del Chianti Fiorentino e il sostegno di Nivi Group Spa e ChiantiBanca, hanno promosso una raccolta fondi per un intervento di restauro della facciata nord est della Badia.

La raccolta fondi, iniziata il 29 settembre 2020, si pone l’obiettivo di raggiungere un totale di 150.000€ entro il 25 maggio 2021. Il progetto è dettagliato sul sito web appositamente realizzato che riporta la caratteristiche del restauro e le modalità di donazione: www.badiapassignano.com.

La Badia di Passignano e il progetto che la coinvolge, rappresentano la possibilità di creare e diffondere un sentimento di aggregazione sul nostro territorio; quello stesso sentimento che è l’essenza del Contratto di Fiume. La cooperazione e la partecipazione attiva sul territorio da parte di persone e storie diverse, unite verso lo stesso obiettivo. Quel sentimento che ha portato a 51 firmatari la sua compagine, con l’Osservatorio Polifunzionale del Chianti ultimo arrivato nel contratto.

Un segnale chiaro di condivisione arriva quindi da tutti gli attori del Contratto di Fiume del Torrente Pesa, che superando gli storici campanilismi dichiarano l’impegno in difesa di un importante bene storico artistico culturale di tutta la valle.

Per saperne di più sul Contratto di Fiume del Torrente Pesa visitare www.cdfpesa.it

ITINERARI STORICI

CASTELLO DI ROMENA

Le prime testimonianze sull’esistenza del fortilizio risalgono al 1088 quando era la residenza del conte Guido Alberto dei Marchesi di Spoleto, il quale partendo da questa rocca riuscì nel corso dell’XI secolo ad estendere i suoi domini sul Casentino. Nel XII secolo il maniero divenne proprietà dei nuovi signori della valle: i conti Guidi. Alla morte del conte Guido Guerra III (1213), i beni dei Guidi furono suddivisi tra i figli e il castello di Romena passò ad Aghinolfo, e da lui discendono i cosiddetti “conti Guidi di Romena”, un ramo minore della famiglia. L’episodio forse più celebre nella lunga storia del castello avvenne nel 1281. In quel tempo presso il castello viveva Mastro Adamo da Brescia che per conto dei Guidi di Romena, falsificava i fiorini d’oro della Repubblica di Firenze.

Catturato e condannato a morte venne giustiziato nei pressi del castello nella località in seguito chiamata Omomorto; l’episodio di Mastro Adamo è riportato anche da Dante Alighieri nel canto XXX dell’Inferno. Lo stesso Dante Alighieri è vissuto per qualche tempo nel castello al tempo del suo esilio durato dal 1301 alla morte nel 1321. Dante era in buoni rapporti con i conti Guidi che accettarono di ospitarlo e proteggerlo: va detto per amor di verità che il sommo poeta risiedette però quasi sempre nel vicino Castello di Porciano. I Guidi rimasero padroni di Romena fino al 1357 quando il castello venne acquistato dal comune di Firenze.