Arte Sella è una rassegna di arte contemporanea nella natura, che si svolge in val di Sella, nel comune di Borgo Valsugana. Arte Sella è una manifestazione internazionale di arte contemporanea nata nel 1986, che si svolge all’aperto nei prati e nei boschi della Val di Sella (comune di Borgo Valsugana, provincia di Trento). Ha avuto inizio nel 1986 ad opera di Enrico Ferrari, Emanuele Montibeller e Carlotta Strobele ed è gestita dall’omonima associazione, presieduta da Enrico Ferrari fino al 2000, poi da Laura Tomaselli, e dal marzo 2012 da Giacomo Bianchi. Nel primo periodo (1986-1996) la manifestazione era biennale e si svolgeva presso “Casa Strobele” ed il suo parco. A partire dal 1996 si è sviluppata lungo un percorso sul Monte Armentera, sempre nella Val di Sella, chiamato artenatura. Lungo un sentiero di circa 3 km sono collocate circa 25 opere.
Dal 1998 molte attività espositive si svolgono a “Malga Costa”, un edificio rurale isolato collocato nella parte conclusiva della valle. La malga, un tempo privata ed utilizzata per l’allevamento di bovini e per la produzione di prodotti caseari, è ora di proprietà comunale ed ospita gli artisti coinvolti nell’attività della manifestazioni, oltre a mostre ed a servizi per i visitatori. Nell’area circostante Malga Costa sono collocate quasi 30 opere.
Il progetto artistico vuole essere non solo un’esposizione qualificata di opere d’arte, ma anche e soprattutto un processo creativo: l’opera è seguita giorno per giorno nel suo crescere e l’intervento dell’artista deve esprimere il rapporto con la natura basato sul rispetto, traendo da essa ispirazione e stimolo. Le opere sono generalmente tridimensionali, perché ottenute con sassi, foglie, con rami o tronchi; più raramente sono utilizzati oggetti, materiali o colori artificiali e sono collocate all’aperto: il visitatore può così vedere le opere e allo stesso tempo godere delle particolarità ambientali del luogo (diversi tipi di bosco, presenza di rocce, di alberi monumentali…). Esse si inseriscono nel ciclo vitale della natura e sono quindi destinate a subire processi più o meno lenti di trasformazione e degrado, fino alla definitiva scomparsa.
All’esposizione delle opere si affiancano con frequenza concerti, spettacoli teatrali e altri avvenimenti che hanno visto la partecipazione di numerosi artisti di primo piano, quali Marco Paolini, Moni Ovadia, Antonella Ruggiero, Mario Brunello (diventato direttore della programmazione musicale di Arte Sella), i Mercanti di Liquore e Gianmaria Testa.
Sono state ospitate all’interno di “Malga Costa”, tra le altre, installazioni site-specific di: Jakko Pernu (2008), Cornelia Konrads (2006), Isabella Bordoni (2005), Marinette Cueco (2002), Studio Azzurro (2001).
I principi fondamentali della manifestazione furono così determinati:
L’artista non è il protagonista assoluto come nella corrente artistica della Land Art, caratterizzata da segni fortemente “impressivi” nel territorio;
La natura è considerata la memoria dell’individuo e per questo deve essere difesa;
Il rapporto con l’ecologia si modifica: la natura va interpretata nella sua assenza ed è una fonte di sapere e di esperienza;
Le opere fanno parte e fanno riferimento al luogo ed al tempo definiti; privilegiano l’uso di materiali organici, non artificiali e interagiscono con il paesaggio diventandone parte integrante.
In una radura presso “Malga Costa” è stata realizzata nel 2001 l’opera “Cattedrale vegetale”, di Giuliano Mauri, costruita con più di tremila rami intrecciati nelle forme di una cattedrale a tre navate, con ottanta colonne alte 12 m e 1220 m² di superficie. All’interno di ogni colonna è collocata una pianta di carpino, che nell’intenzione dell’artista, una volta cresciuta dovrebbe prendere il posto della struttura attuale, destinata a marcire e a scomparire. L’opera era stata progettata alla fine degli anni 1980 e pubblicata in Germania; fu inoltre presentata alla Triennale di Milano, ma non era stata mai realizzata a causa della sua grande complessità strutturale. L’opera ha avuto un grande successo di pubblico, attirando molti visitatori.
Straordinario punto panoramico di Sardagna che prende il nome dai plantigradi qui “ospitati” fino agli anni Ottanta. In stato di abbandono per decenni, la Busa degli orsi è diventata nel 2017 una spettacolare terrazza sulla città, luogo ideale per residenti e turisti in cerca di panorami mozzafiato ma anche spazio ricco di suggestione per concerti, cinema, spettacoli. La “Busa” si trova sul punto più estremo della roccia, in una posizione dominante rispetto all’intera città di Trento.
Nella “Busa” è stata dunque costruita una struttura a gradoni in acciaio corten, che si ossida nel tempo fino ad assumere un caratteristico color ruggine. Nei diversi gradoni sono state collocate ottanta sedute, con affaccio sul panorama circostante. La struttura permette anche un utilizzo come piccolo teatro all’aperto, con palco e platea, per spettacoli o concerti.
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