Il complesso, costituito dal castello, il cortile e i boschi che inglobano la sommità del poggio, appare di particolare interesse paesaggistico. Il turrito castello, realizzato secondo la moda dell’epoca in stile neo-medioevale, risale alla fine dell’Ottocento ed è un’ideale ricostruzione del primitivo maniero presumibilmente duecentesco della famiglia Del Manzecca, proprietaria di numerosi fondi nella zona e responsabile della pratica del brigantaggio in tutta la Val d’Arno superiore. La Signoria di Firenze finì per raderlo al suolo nel 1348. Le rovine furono poi acquistate, nella seconda metà del Quattrocento, dagli Alessandri che ricostruirono il complesso caratterizzato dalle mura merlate, la torre, la dimora signorile e la cappella. Nel Seicento la proprietà passò ai Girolami, ai Bonaccorsi e successivamente i Marucelli.
Nell’Ottocento appartenne a numerose famiglie fino ai Forteguerri di Pistoia che, all’inizio del Novecento, abbatterono il ballatoio della torre ed eressero una nuova ala merlata in maniera da ricostruire l’aspetto dell’antico fortilizio medievale, ispirandosi, in scala minore, alle vicende del vicino castello di Vincigliata. I lavori vennero condotti dall’architetto più importante in Toscana della corrente neo-gotica, Giuseppe Castellucci, autore di numerosi ripristini, talvolta radicali, che si fece interprete di quella ricerca del passato medievale e rinascimentale con una sensibilità ben diversa da quella odierna.
Nel 1911 pervenne alla famiglia Baduel Zamberletti che per dare più luce al giardino abbassò il muro di cinta e trasformò il cortile in un prato con alti cipressi, il tutto circondato dal grande bosco composto da lecci, castagni e querce, punteggiato da statue e con alcuni uliveti tenuti a prato.
Dopo l’ultima discendente della famiglia, Aida Baduel Zamberletti, il complesso diventò della Fondazione Baduel Zamberletti, che tutt’ora lo amministra.
Ines Romitti