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NUOVO ORTO BOTANICO DI PADOVA IL GIARDINO DELLE BIODIVERSITÀ © ALESSIO GUARINO

ORTO BOTANICO DI PADOVA | ITINERARI BOTANICI

IL GIARDINO DELLA BIODIVERSITÀ

Inaugurato nell’ottobre 2014, rappresenta la nuova parte dell’orto botanico, rendendolo una delle serre più avanzate al mondo, in questo campo. All’interno di questa nuova, futuristica, struttura sono raccolte più di 1.300 specie di piante, le quali spaziano da ogni clima presente nel globo. All’interno del Giardino le piante sono disposte secondo una metodologia fitogeografica, cosicché il visitatore ha l’immediata rappresentazione della ricchezza o povertà di biodiversità presente in ogni fascia climatica.

L’edificio a bassissimo impatto ambientale, consiste di una teca di vetro lunga 100 metri ed alta 18, la cui forma ed organizzazione spaziale sono ottimizzate al fine di sfruttare al meglio l’apporto di energia solare. Le precipitazioni naturali alimentano una vasca di raccolta di 450 metri cubi, le cascate poste sulla facciata principale (vedi foto) assicurano la movimentazione e corretta ossigenazione della riserva idrica. Oltre dalle precipitazioni l’acqua per il funzionamento della serra è attinta da un pozzo artesiano profondo 284 metri da cui viene prelevata acqua con temperatura di 24 °C, al fine di permettere la vita alle piante tropicali tutto l’anno. Serve altresì per integrare la riserva idrica in caso di siccità o scarsità di precipitazioni. L’energia ricavata dai pannelli fotovoltaici garantisce il funzionamento delle pompe e dei relativi sensori che regolano il ciclo dell’acqua nella serra. Inoltre l’edificio è in grado di trasformare l’ambiente intorno a sé, questo poiché la superficie di vetro della serra è rivestita da una particolare pellicola in grado di produrre una reazione chimica, sfruttando i raggi ultravioletti, il cui effetto è un abbattimento dell’inquinamento atmosferico (150 metri/cubi al giorno). All’interno di questa grande struttura troviamo più ambienti ripartiti al suo interno con climi completamente differenti, da quello tropicale del Sud America a quello più torrido e secco tipico del deserto, passando per un clima subtropicale. L’edificio attraverso sofisticate tecnologie è in grado di autoregolare una serie di parametri per garantire il clima migliore per ogni tipologia di piante, in base a dati analizzati da un sistema totalmente computerizzato. Le vetrate della facciata principale sono in grado, automaticamente in base alle condizioni, di aprirsi e chiudersi per regolare al meglio il flusso di calore ed umidità presenti nella struttura. All’interno della struttura troviamo una ripartizione in quattro macro ambienti, atti a raccogliere piante e specie da tutto il globo terrestre.

 

Foresta tropicale pluviale

Serra tropicale, come si può notare le condizioni di umidità altamente elevata sono state fedelmente riprodotte Questo clima si sviluppa a latitudini comprese tra il Tropico del Cancro e quello del Capricorno. La temperatura media in questa parte della serra si attesta sui 25 °C, con oscillazioni di 2-4 gradi nel corso dell’anno. All’interno della serra è riprodotto fedelmente il clima tropicale, come si può notare dalla foto a lato, questo per garantire la migliore sopravvivenza agli esemplari presenti in quest’area del Giardino della Biodiversità.
 

Foresta tropicale subumida

Le precipitazioni della fascia Subumida e della Savana sono notevolmente inferiori a quelle della fascia tropicale, all’interno di questa serra la temperatura media è di circa 20 °C, dove tale temperatura ha un’oscillazione di circa 10 °C nell’arco dell’anno.

Clima temperato e mediterraneo

In questa serra troviamo un’elevata biodiversità, caratteristica principe del clima mediterraneo, il quale tuttavia è il meno esteso tra i climi temperati, infatti, le zone di clima temperato ricoprono meno del 2% della superficie terrestre; ma conservano il 20% del patrimonio dell’intera biodiversità.

Clima arido

Serra arida, troviamo qui riprodotto il clima arido caldo, con la caratteristica flora. A caratterizzare quest’area della serra è la scarsità di “precipitazioni” (meno di 250 millimetri all’anno), tale serra rispecchia i climi aridi caldi e i climi aridi freddi. i primi tipici della Africa settentrionale e della penisola arabica; i secondi tipici del Mar Caspio e del deserto dei Gobi (Mongolia). All’Alba ci sono 0° mentre durante il giorno 40°.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA

ORTO BOTANICO DI PADOVA

L’orto botanico di Padova, fondato nel 1545, è il più antico orto botanico al mondo ancora nella sua collocazione originaria[1]. Situato in un’area di circa 2,2 ettari, si trova nel centro storico di Padova, nei pressi del Prato della Valle. Dal 1997 è Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.

L’orto botanico di Padova, istituito nel 1545, nasce per la coltivazione delle piante medicinali che costituivano la maggioranza dei “semplici”, medicamenti provenienti dalla natura. Per tale ragione la denominazione primitiva dell’orto era “Giardino dei Semplici” (“Horti Simplicium”).

L’Erbario di Padova, identificabile dalla sigla internazionale PAD, riunisce esemplari essiccati a partire dalla fine del Settecento fino ai giorni nostri. Nato nel 1835 grazie ad un primo nucleo di piante donato da Giuseppe Antonio Bonato, allora Prefetto dell’Orto Botanico, nel momento di andare in pensione, si è nel tempo arricchito grazie ad acquisti e donazioni tanto da arrivare alla situazione attuale in cui si possono contare oltre 700.000 esemplari. Negli anni trenta del Novecento, per volere del Prefetto Giuseppe Gola, tutte le collezioni di piante superiori e felci sono state riunite in due grossi gruppi chiamati Herbarium Venetum, con piante provenienti dalle Tre Venezie e dall’area istriana, ed Herbarium Generale con esemplari raccolti nel resto del mondo. L’unica eccezione a questa fusione ha interessato la Flora Dalmatica di Roberto de Visiani.