La via degli Dei è un percorso escursionistico che collega le città di Bologna e Firenze, passando attraverso gli Appennini. Il nome deriva probabilmente dai toponimi di alcuni monti attraversati, fra cui Monte Venere, Monte Adone a Monzuno e Monte Luario a Firenzuola (con riferimento alla dea Lua, invocata dai Romani in guerra), nei pressi del passo della Futa. La via, attualmente segnata dal CAI, ripercorre i cammini utilizzati nel Medioevo per le comunicazioni fra Bologna ed il capoluogo toscano, e ancora prima dai Romani attraverso la Flaminia militare, costruita nel 187 a.C. per volontà del console romano Gaio Flaminio,[1] e dagli Etruschi come via di collegamento tra Bologna e Fiesole, città entrambe di fondazione etrusca. Il percorso, ricostruito a partire dagli anni ’90, attraversa numerosi luoghi di interesse naturalistico e paesaggistico a quote intorno ai 1000 m s.l.m. In alcuni punti i sentieri passano proprio sulle antiche pavimentazioni stradali ancora superstiti dopo 2000 anni di storia.
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Da sempre Fiesole, posta a cavaliere sulle propaggini a settentrione dell’Appennino, fa da magnifico fondale alla città di Firenze. L’insediamento sui colli di San Francesco e di Sant’Apollinare, il colle lunato di matrice etrusca, fu scelto secondo la leggenda, unica lucumonia in Europa, determinata da fausti auspici astrali per dominare sulla pianura insalubre dell’Arno e costituire un fiero baluardo alle incursioni da nord. È evidente che l’esposizione, il panorama, l’orografia hanno giocato un ruolo fondamentale nel rispetto della specificità del sito e determinato una qualità ambientale ed un valore semantico unico in sintonia con il contesto. Un’immagine di paesaggio-giardino con un sistema di segni, percorsi, affacci e visuali che tutt’oggi si perpetuano e consentono di leggere, come un libro aperto davanti a noi, le qualità originarie che hanno costituito una sfida, un impegno ed anche una grande responsabilità.