ITINERARI ARCHITETTURA | CARLO SCARPA

NEGOZIO OLIVETTI VENEZIA

L’allestimento del negozio venne commissionato nel 1957 a Scarpa da Adriano Olivetti, il quale aveva rilevato i locali dismessi di una precedente bottega della Piazza. Tale spazio, precisamente collocato nell’angolo sotto il loggiato delle Procuratie Vecchie e il sotoportego del Cavalletto, in prossimità di quello dell’Arco celeste che porta al bacino Orseolo, nei progetti di Olivetti doveva divenire un prestigioso punto d’esposizione e di lancio dei noti articoli per ufficio, richiamando tanto l’attenzione dei clienti quanto quella degli esteti. Infatti, vista l’ubicazione, l’intervento affidato a Scarpa doveva essere realizzato con massima cura e precisione, nonché con profondo rispetto della storica Piazza e dei suoi monumenti. Scarpa preparò un progetto di grande raffinatezza formale con grande attenzione alla scelta dei materiali, mostrandosi sempre più risoluto nello sviluppare uno stile architettonico essenziale da un lato, ma al tempo stesso raffinato ed eclettico dall’altro, mescolando insieme elementi diversi tra loro e riuscendo sempre a coniugarli con eleganza. Nel 2009 viene illustrata la precaria situazione del negozio: è perciò avviato il restauro degli interni, che si conclude con la riapertura dello spazio al pubblico il 20 aprile 2011.

Il negozio consiste in un ambiente unito volumetricamente col primo piano quasi interamente soppalcato, che comprende senza interruzioni il piccolo vano d’ingresso attiguo alla Piazza, lo spazio espositivo e un discreto corridoio, che porta ad una saletta rettangolare dalla quale si accede ai servizi, con la quale il pianterreno si conclude. In questa grande sala, a delimitare il corridoio, è posta una scala, modellata con sfasature laterali, attraverso la quale si raggiunge il primo piano, grande la metà di quello inferiore. Sempre in questo vano, tra l’ingresso e i piedi della scala, trova spazio un’elegantissima fontana ornamentale, il cui ugello è costituito da una lastra di marmo bianco e rame interno con il logo Olivetti, che versa un leggero flusso d’acqua in una vasca rettangolare di marmo nero, perfettamente liscio. Su questa vasca, è impiantata a lato una bella scultura di Alberto Viani.

Tutti gli ambienti sono pavimentati con un gentile gioco di marmo e vetro di Murano: una serie di tessere quadrangolari, molto simili tra loro per forma ma diverse, di zona in zona, per colore, sono intervallate a rifiniture di pietra bianca e liscia, con un effetto lucido molto gradevole sull’intera superficie. I colori scelti da Scarpa sono il rosso, il giallo e il blu, ovverosia i colori primari più il bianco. L’ampio uso di vetrate continue lungo il perimetro del piano terreno contribuisce ad una osmosi tra interno e esterno del locale. Questa tendenza è sottolineata anche dalla posizione del vano d’ingresso, organizzato con una bassa soglia in marmo liscio che, dal pavimento in trachite della Piazza, si solleva lieve ed immette, mediante una porta preceduta da un cancello scorrevole a soffietto, nella prima grande stanza. All’esterno, le cornici delle vetrine sono in tek e marmo bianco, con mensole interne modulate a cerniera e lampade pensili per l’illuminazione dei prodotti. Sotto l’intera parete esterna del negozio corre uno zoccolo in calcestruzzo mescolato a ciottoli, ottimamente contrastante con la levigatezza del tek e del vetro e mimetizzato con l’antica pavimentazione del marciapiede delle sottoarcate. Sulla parete laterale è presente, dietro un grande logo della Olivetti, una piccola cabina elettrica, apribile per manutenzione.

FORTE DI FORTEZZA

Trentino Alto Adige

La fortezza è stata una base militare (polveriera, ovvero per la costruzione e il deposito di materiale esplosivo) fino alla fine del 1991 (era tra l’altro proibito fotografarla e visitarla), dopo di che è stata dismessa. Successivamente la proprietà è passata all’Agenzia del Demanio di Bolzano, la quale il 2 maggio 2005 l’ha concessa in affitto al comune di Fortezza per 20 anni. Nella fortezza vengono organizzate visite guidate, mostre ed eventi culturali, da parte dell’associazione OPPIDUM a partire dal 16 maggio 2005.

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GAE AULENTI | VILLA PUCCI A GRANAIOLO

GIARDINI CONTEMPORANEI

Granaiolo, un giardino di prato, un giardino di linee di cemento, una casa toscana, un bosco. L’ho visitato in una mattinata di maggio, il sole spariva ed appariva tra le nubi. Il verde del prato e quello più scuro del bosco erano perfetti, rilucevano. La primavera piovosa aveva favorito i cromatismi del luogo. Conoscevo Granaiolo dalle pubblicazioni ma, come ripete spesso Ippolito Pizzetti, un giardino per capirlo, per sentire il suo significato, la sua poetica bisogna vederlo, visitarlo, percorrerlo. La comprensione avviene gradatamente, lo spazio si muove interno e si dilata, da ogni punto si innescano nuove prospettive, fasce parallele di linee convergono verso il bosco; angoli retti, scatti improvvisi, cambi di direzione rinnovano in continuazione i punti di fuga.

Attorno alla costruzione piani orizzontali degradanti, sottolineati da cordoli in cemento (un irrigidimento delle curve di livello che diventano lineari) determinano un effetto di dilatazione, addirittura sonoro, che dalla casa si diffonde allo scenario verde del bosco. Viceversa se la visione si percepisce dal bosco, la frantumazione dello spazio in piani successivi accompagna il procedere verso l’alto e raccorda le volumetrie. Ci si trova immersi in una atmosfera metatemporale, fuori da qualunque collocazione cronologica, in uno spazio infinito sebbene racchiuso tra quinte arboree.

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