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GIOVANNI MICHELUCCI & PIETRO PORCINAI | COLLODI PARCO PINOCCHIO © ALESSIO GUARINO 2021 cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper

ITINERARI STORICI DELLA TOSCANA

PARCO DI PINOCCHIO A COLLODI

Nel 1953, in occasione del settantesimo anniversario della pubblicazione della fiaba di Pinocchio, il comune di Pescia bandisce un concorso nazionale per un monumento dedicato al celebre burattino. La giuria premia ex aequo Renato Baldi con Emilio Greco e Lionello De Luigi insieme a Venturino Venturi. Tre anni più tardi, nel 1956, fu dato inizio alla realizzazione del parco di Pinocchio, che è costituito dal monumento di Emilio Greco, dalla piazzetta delimitata da muretti decorati a mosaico di Venturino Venturi e dal giardino disegnato da Renato Baldi e Lionello De Luigi. in occasione dell’inaugurazione il comitato annunciò di voler dotare il parco di altre due costruzioni aggiuntive: il museo-biblioteca e l’osteria del Gambero Rosso. Il progetto di quest’ultima, posta all’ingresso del parco, venne affidato a Giovanni Michelucci.

Michelucci progetta l’osteria mescolando gli elementi figurativi desunti dalla favola, quelli appartenenti alle tradizionali osterie toscane e all’architettura rurale in generale, insieme a quelli che caratterizzano la sua poetica. La sala è coperta da un grande tetto a due falde asimmetriche, sorrette da una sequenza di pilastri ramificati, tra i quali si incastrano il ballatoio del piano superiore e il grande camino con la cappa a piramide tronca. I pilastri ramificati a raggiera, che diventeranno uno degli elementi identificativi dell’architettura di Michelucci, sono qui utilizzati per la prima volta. Realizzati in cemento armato e colorati di rosso, la loro forma complessa evoca le chele dei gamberi.

Negli anni successivi il parco viene ampliato in un’area adiacente di oltre un ettaro; la Fondazione Carlo Collodi incarica del progetto l’architetto Marco Zanuso. Il “Paese dei Balocchi” è costituito da una serie di sculture e piccoli padiglioni che ricostruiscono i diversi episodi della favola. Tra queste, la scultura in bronzo di Pinocchio di Pietro Consagra e la balena e la nave dei pirati di Marco Zanuso. A Pietro Porcinai infine viene affidata la sistemazione paesaggistica e la scelta delle essenze. Il progetto di paesaggio definisce una serie di radure delimitate da fitte siepi di sempreverdi, all’interno delle quali sculture e piccole costruzioni, circondate da piante caducifoglie e da piante sempreverdi,raccontano episodi della favola.

Progetto di: Renato Baldi, Lionello De Luigi, Pietro Consagra, Emilio Greco, Pietro Porcinai, Venturino Venturi, Marco Zanuso, Giovanni Michelucci

 

fonti: ATLANTE ARCHITETTURA CONTEMPORANEA

THE GREAT ARCHITECTS OF THE 20TH CENTURY

Giovanni Michelucci (1891-1990) was an influential Italian architect renowned for his contributions to modern architecture, particularly in the 20th century. Born in Pistoia, Tuscany, Michelucci’s architectural legacy is deeply intertwined with the rich cultural and historical landscape of the region. His work is characterized by a profound connection to the environment, embracing a harmonious relationship between architecture and the picturesque surroundings of Tuscany.

Michelucci’s designs often reflect a sensitivity to the local context, employing a regionalist approach that draws inspiration from the traditional architecture of Tuscany. His commitment to integrating structures seamlessly into the landscape has left an indelible mark on the region, where his buildings stand as a testament to the coexistence of modernity and tradition. Through his innovative designs and profound understanding of the Tuscan landscape, Giovanni Michelucci has left an enduring legacy in the world of architecture, showcasing the beauty of merging contemporary elements with the timeless charm of the Italian countryside.

THE GREAT LANDSCAPE PAINTERS OF THE 20TH CENTURY

An important skill of Pietro Porcinai was his ability to identify real problems and understand suitable procedures, always staying ahead of the times thanks to a foresight based on tried-and-tested technical foundations. In addition to his early and innate natural talent and his professional intelligence, Porcinai had also acquired specific training abroad, considerably ahead of others, undoubtedly influenced by the landscaping culture of those countries, especially Germany and Belgium, where he practiced cultivation techniques at specialized nurseries. In Italy, his training intersected with a crucial period in the art of gardens: indeed, in 1924, Luigi Dami published “Il giardino italiano,” demonstrating Italy’s primacy in the art of gardens.

The native and distinctive nature of the Italian garden, reclaiming its primacy in a field that had become the subject of study for foreigners, especially Anglo-Saxons, culminated in the famous Exhibition of the Italian Garden in 1931 in Florence. There, the emphasis was on enhancing a great past without attempting to pave the way for the exploration of new modern forms in the art of gardens. Ugo Ojetti, a supporter of monumental and stylistic architecture, served as the President of the Executive Committee of the exhibition. Within the event, ten ideal models of gardens were presented, representing a historical journey of Italian garden art. These were conceived as small scenic creations that also included the English landscape garden, although deemed foreign to the national classical tradition.