È sorprendente quanta parte dell’arte dei giardini sia stata perduta durante il periodo medievale in Occidente. È chiaramente da imputarsi alle invasioni barbariche la perdita della ricchezza e delle conoscenze che fino all’acme dell’Impero romano avevano reso i giardini fonte di delizie e di stupore. La lingua latina teneva insieme il coacervo di popolazione scese in Europa, e veniva comunque considerata la lingua del sapere e della conoscenza. I libri sui giardini o sull’agricoltura sono sempre scritti in latino. Dopo la Caduta dell’Impero d’Occidente (476 d.C.) la vita si fece rurale, basata su un’economia di sussistenza. La sicurezza era sempre più legata alla possibilità di vivere in luoghi fortificati. È soprattutto nei conventi monastici occidentali che si riallaccia il filo della storia dei giardini, sfilacciatosi durante le invasioni barbariche. In oriente si tendeva infatti all’eremitaggio, ed era difficile che si sviluppasse una regolare cura dei giardini. In Occidente, al contrario, i monaci si aggregano in fortilizi protetti, adibiti al culto, alla produzione di cibo e alla salvaguardia della cultura.
Non avendo altri modelli a cui riferirsi, i monaci attingono per la costruzione di chiostri a quello romano o tardo-romano. Usando un colonnato a portici, desunto dai parchi persiani, e per tal motivo chiamato “paradiso” , chiudono uno spazio a pianta quadra o rettangolare, entro cui coltivare piante per uso medicinale ed erboristico. I quattro angoli ai lati erano separati tramite divisioni curve, e vi si coltivavano i fiori per l’altare, tra questi soprattutto gigli[27]. Molto spesso, secondo il canone romano, l’intero giardino era perimetrato da basse siepi di bosso. Al centro del giardino vi era una fontana, simbolo di fertilità e omaggio alla purezza della Madonna, e l’intero giardino, o hortus conclusus era diviso in quattro quadranti da due assi perpendicolari, secondo il modello già visto nei “paradisi” persiani. Questo schema fu indicativo per molto tempo a venire, tanto che Bacone lo esaltò per la creazione dei giardini inglesi della sua epoca, alla fine dell’Età elisabettiana. Non solo, ma l’idea del giardino medievale, chiuso, fu ispiratrice dello stile dei giardini Arts&Crafts, come ben si può evincere dall’opera di pittori preraffaeliti come John William Waterhouse.