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GIARDINI STORICI A KYOTO ARASHIYAMA BAMBOO GROVE © ALESSIO GUARINO 2021 cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper
ARASHIYAMA BAMBOO GROVE KYOTO

Giardini Giapponesi

La foresta di bambù di Arashiyama e Sagano si trova in una riserva naturale dell’ampiezza di circa 160.000 metri quadrati, nell’area di Arashiyama. I bambù della foresta vengono usati come materie prime anche nell’artigianato locale, per la creazione di cestini, sedie e borse; tale “disboscamento” è permesso poiché, contemporaneamente e in proporzione, vengono piantati nuovi alberi.

La CNN ha incluso la foresta nel suo elenco delle 100 migliori strade del mondo, mentre il ministero dell’ambiente l’ha inserita nella lista dei 100 suoni del Giappone, raccolta dei principali rumori che caratterizzano la nazione nipponica. A partire dal 2015 la foresta è liberamente visitabile in ogni momento della giornata, senza restrizioni di orario, come precedentemente avveniva.

La foresta si trova vicino al Tenryū-ji, tempio riconosciuto a partire dal 1994 come patrimonio Unesco e sede della scuola Rinzai-shū; per accedere al parco è necessario percorrere il ponte Togetsukyō, il quale funge anche da “luogo panoramico”.

Testo di Pietro Porcinai e Attilio Mordini

Giardini d'occidente e d'oriente

Secondo il mito la storia del Giappone ebbe inizio quando il ponte che univa il Cielo alla Terra fu distrutto e Gimmu Tennò divenne il primo degli imperatori terreni, dopo che per tanto tempo le divinità stesse del Cielo avevano governato, non senza guerra, il paese. Dovette da allora rimanere agli uomini un’insopprimibile nostalgia di quell’aereo ponte che era via al cielo, di quel cielo diventato isola inaccessibile. Forse l’anima del Giappone si chiuse in se stessa come il Giappone entro il suo mare, per essere poi capace di ritrovare nella vita della natura la presenza del paradiso. E da quella mitica nostalgia nacquero i giardini. Quando nel VI secolo d.C. il Buddhismo Zen, importato dalla Cina, si diffonde, non senza ostacoli, nel clima fortemente poetico dello Shintoismo, abbiamo già in atto gli elementi religiosi e psicologici essenziali alla fioritura dei giardini.

La religione shintoista, considerata la religione originaria e nazionale del Giappone, insegna a guardare alla natura come veicolo o espressione della divinità o, meglio, delle diverse divinità, siano esse quelle dei monti, delle sorgenti o quelle del vento o del fuoco. Lo Zen era, più che una teoria, un metodo di vita, era meditazione ed esercizio insieme, era il vivere la vita del Tutto entro e al di sopra della propria personalità che in Giappone si traduce e si realizza in termini quasi guerreschi di lotta, di eroico controllo, di rinuncia.