This site was optimized for desktop or tablet viewing. Mobile devices will have some viewing difficulties, but will retain functionality.

THE THOUSAND GARDENS OF KYOTO ARASHIYAMA BAMBOO GROVE © ALESSIO GUARINO 2021

THE THOUSAND GARDENS OF KYOTO

ARASHIYAMA BAMBOO GROVE KYOTO

Located in the historic city of Kyoto, the Arashiyama Bamboo Grove Garden is a timeless haven that captivates visitors with its natural beauty and tranquil atmosphere. Nestled at the foothills of Arashiyama, this enchanting garden is renowned for its towering and majestic bamboo groves, creating a magical and serene ambiance.

Strolling along the pathways of the Arashiyama Bamboo Grove Garden is a singular experience. Here, visitors are enveloped by the grandeur of bamboo shoots reaching towards the sky, gently filtering sunlight and casting dancing shadows upon the ground. The soft and soothing sound of bamboo leaves whispering in the wind adds further allure to this surreal setting.

The winding paths through the garden offer an ever-changing perspective of the surrounding natural beauty. Visitors can enjoy leisurely walks along well-maintained trails, fully immersing themselves in the tranquil and contemplative atmosphere of the bamboo forest.

Beyond its natural beauty, the Arashiyama Bamboo Grove Garden holds cultural and spiritual significance. Bamboo, with its long history of symbolic use in Japanese culture, represents strength, flexibility, and growth. Hence, many find reflection and inspiration while immersed in this unique environment.

The Arashiyama Bamboo Grove Garden is not merely a tourist destination but also a sacred space that invites contemplation and connection with nature. It is a place where visitors can unwind, recharge, and appreciate the timeless beauty of the natural world.

Testo di Pietro Porcinai e Attilio Mordini

Giardini d'occidente e d'oriente

Secondo il mito la storia del Giappone ebbe inizio quando il ponte che univa il Cielo alla Terra fu distrutto e Gimmu Tennò divenne il primo degli imperatori terreni, dopo che per tanto tempo le divinità stesse del Cielo avevano governato, non senza guerra, il paese. Dovette da allora rimanere agli uomini un’insopprimibile nostalgia di quell’aereo ponte che era via al cielo, di quel cielo diventato isola inaccessibile. Forse l’anima del Giappone si chiuse in se stessa come il Giappone entro il suo mare, per essere poi capace di ritrovare nella vita della natura la presenza del paradiso. E da quella mitica nostalgia nacquero i giardini. Quando nel VI secolo d.C. il Buddhismo Zen, importato dalla Cina, si diffonde, non senza ostacoli, nel clima fortemente poetico dello Shintoismo, abbiamo già in atto gli elementi religiosi e psicologici essenziali alla fioritura dei giardini.

La religione shintoista, considerata la religione originaria e nazionale del Giappone, insegna a guardare alla natura come veicolo o espressione della divinità o, meglio, delle diverse divinità, siano esse quelle dei monti, delle sorgenti o quelle del vento o del fuoco. Lo Zen era, più che una teoria, un metodo di vita, era meditazione ed esercizio insieme, era il vivere la vita del Tutto entro e al di sopra della propria personalità che in Giappone si traduce e si realizza in termini quasi guerreschi di lotta, di eroico controllo, di rinuncia.