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LE CORBUSIER | LA CHAUX-DE-FONDS LE JARDIN DE LA MASION BLANCHE © ALESSIO GUARINO cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper cdn_helper

LE JARDIN DE LA MASION BLANCHE

Villa Jeanneret-Perret | La Maison Blanche - Le Corbusier

Situato ai margini del bosco, a metà del pendio, domina la città sottostante e si apre sull’orizzonte delle creste del Jura. Sorprende immediatamente con il suo volume deciso, il suo intonaco bianco e il suo tetto in fibrocemento  che contrasta con la natura circostante; il giardino terrazzato che lo prolunga verso ovest gli conferisce l’aspetto di un transatlantico. L’accesso alla casa, a nord, è differito da un complesso percorso, ad angolo retto: salito il giardino inferiore di tipo alpino, si giunge, attraverso un portico e poi una scala aperta, al giardino superiore – la camera da letto estiva come la chiamava Jeanne, chiusa su tre lati, la cui disposizione geometrica, il padiglione d’angolo, la claustra, il pergolato dipinto in blu oltremare e il pavimento in mattoni rossi suggeriscono il mondo mediterraneo piuttosto che l’ambiente del Jura; poi si esce da questo giardino attraverso una porta voltata che si affaccia sulla porta d’ingresso della casa, anch’essa voltata; quest’ultimo riunisce sulla sua facciata esterna due elementi dalle forme antagoniste: una lucertola organica in ferro battuto, sopravvivenza dell’Art Nouveau regionalista, e un oblò meccanico, che annuncia le future opere “macchiniste” di Le Corbusier.

La “Sala d’Estate” prosegue all’esterno, sul lato sud, la disposizione geometrica dello spazio interno. Il suo design è fortemente influenzato dal Viaggio d’Oriente (1911; architettura vernacolare dei Balcani, passaggio in Italia, ecc.). La Camera Estiva è uno spazio “totalmente riparato dalla vista esterna, con vista panoramica sulle catene montuose e orientato in modo tale da consentire una permanenza costante dalla mattina alla sera, al riparo dal vento, su un pavimento lastricato. Sempre asciutto tra aiuole e aiuole…”
Charles-Edouard Jeanneret, avviso di vendita, 21.01.1919

Sotto la “Sala d’Estate”, il giardino si riferisce alla nozione di passeggiata architettonica sviluppata da Le Corbusier. Terrazzi e muretti strutturano il pendio; la salita alla casa segue un sentiero intelligente. Le aiuole ospitavano piante ornamentali e da orto, alberi da frutto e arbusti; il padre, Georges Jeanneret, se ne prendeva cura con passione. I lavori di ristrutturazione effettuati negli anni ’50 avevano completamente trasformato l’aspetto del luogo. Il primo aspetto può essere ricostruito mediante sondaggi e un meticoloso esame dei resti rinvenuti e delle vecchie fotografie. Della mano di Charles-Edouard Jeanneret conosciamo solo uno schizzo sommario.

La Villa Jeanneret-Perret si distingue per la sua struttura basata su linee geometriche nette e simmetria bilaterale. La facciata bianca, da cui prende il nome di “La Maison Blanche”, è caratterizzata da finestre rettangolari disposte in modo asimmetrico, creando un gioco di luce e ombra che conferisce dinamicità alla struttura. Uno dei tratti distintivi di Le Corbusier è stata la sua volontà di sperimentare con materiali innovativi. La Villa Jeanneret-Perret non fa eccezione, presentando un uso avanguardistico di acciaio, cemento armato e vetro. Questi materiali non solo hanno permesso la creazione di spazi più ampi e luminosi, ma hanno anche contribuito a ridefinire il concetto di abitazione moderna.

La concezione di “piano libero” è un principio cardine dell’architettura modernista, e la Villa Jeanneret-Perret ne è un esempio eloquente. Le Corbusier ha liberato gli interni dalla rigidità delle pareti portanti tradizionali, consentendo una flessibilità nella disposizione degli spazi e aprendo la strada a un nuovo modo di concepire l’architettura abitativa. Uno dei tratti distintivi della villa è la sua armoniosa integrazione con l’ambiente circostante. Terrazze giardino sono poste a vari livelli, creando connessioni fluide tra gli spazi interni ed esterni. Questo non solo offre una vista panoramica mozzafiato sulla città, ma dimostra l’attenzione di Le Corbusier alla fusione tra natura e architettura.

Oggi, la Villa Jeanneret-Perret rappresenta un importante sito storico e culturale. È stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 2016 insieme ad altri lavori di Le Corbusier, riconoscendo così il contributo inestimabile dell’architetto alla storia dell’architettura. La Villa Jeanneret-Perret, conosciuta affettuosamente come La Maison Blanche, è molto più di un edificio. È un monumento al coraggio visionario di Le Corbusier, un simbolo dell’innovazione modernista e un’icona del design che ha continuato a influenzare le menti creative di tutto il mondo. La sua presenza imponente nella Svizzera francese è un invito a riflettere sull’interconnessione tra architettura, arte e ambiente, dimostrando ancora una volta che l’eredità del modernismo è viva e vitale.

LE CORBUSIER | LA CHAUX-DE-FONDS

VILLA TURQUE

La quarta delle abitazioni firmate da Le Corbusier, che la ritenne anche tra le prime sue realizzazioni degne della pubblicazione sull’Esprit Nouveau, la villa Turque fu realizzata nel 1912-16 su commissione dell’industriale Anatole Schwob, ricco fabbricante di orologi, e sintetizza magistralmente il nuovo corso intrapreso dall’architettura lecorbusierana in quel periodo: la struttura è in cemento armato, mentre il rivestimento epidermico in mattoni. Partendo dalla «casa bottiglia» in cemento, ricca di riferimenti alla poetica del maestro Auguste Perret, Le Corbusier pone infatti «delle facciate con terrazzi e alla francese, ma in cemento armato»: ottiene così lo «scheletro di cemento armato in poche settimane e lo riempie di deliziosi mattoncini a vista».