L’opera è stata realizzata come elemento di riqualificazione del lungarno Serristori, nell’ambito del progetto RIVA, con la direzione artistica di Valentina Gensini: si tratta di un cantiere di ricerca sul fiume Arno che coinvolge artisti, architetti, curatori, operatori culturali e istituzioni in una progettualità comune volta alla realizzazione di interventi artistici sul tema della valorizzazione del parco fluviale. Studio ++ ha realizzato un giardino all’italiana “in negativo” ispirato al Terzo Paesaggio di Gilles Clément, disegnando sul tappeto erboso i reticolati caratteristici delle ville medicee non attraverso la piantumazione di nuove specie ed essenze, ma per sottrazione, mediante la falciatura. La nuova trama induce a guardare diversamente la varietà offerta dall’ecosistema della riva dell’Arno e ad ammirare la bellezza delle piante spontanee.
Questo approccio si inserisce in una più ampia riflessione sul ruolo degli spazi residuali e incolti nelle città contemporanee, riconoscendone il valore ecologico ed estetico. In Europa, diverse iniziative hanno esplorato idee affini. Tra queste:
Le Jardin Sauvage (Parigi, Francia): situato lungo la Senna, questo giardino spontaneo nasce dal recupero di un’area incolta, valorizzando la flora autoctona in un’ottica di biodiversità urbana.
Tempelhofer Feld (Berlino, Germania): l’ex aeroporto di Tempelhof è stato trasformato in un parco urbano che conserva vaste aree di vegetazione spontanea, lasciando spazio a una natura non addomesticata.
High Line (New York, ispirazione europea per progetti analoghi): pur non essendo europeo, questo celebre esempio di riqualificazione urbana ha influenzato numerosi interventi in Europa, tra cui la Promenade Plantée a Parigi, che ha restituito spazi verdi alla città seguendo una logica di naturalizzazione progressiva.
Parc de la Deûle (Lille, Francia): un esempio di riconversione di un’area industriale in un parco pubblico dove il paesaggio spontaneo è parte integrante del progetto, creando un equilibrio tra intervento umano e dinamiche naturali.
Questi esempi dimostrano come l’arte del paesaggio contemporaneo possa valorizzare gli ecosistemi urbani esistenti, anziché imporre un ordine artificiale, offrendo nuovi modi di percepire la natura all’interno delle città.
Il Giardino dell’Iris si distende sotto l’alto muraglione del Piazzale Michelangelo, in una sintesi spaziale che affianca al David baricentrico del monumento all’arte e alla cultura lo straordinario monumento alla natura delle fioriture dell’iris, emblema per la città. Lo stemma di Firenze ha origini antichissime. Già raffigurato in un’urna funeraria del IV sec.a.C., si fa risalire al popolo etrusco di Fiesole, quel “colle lunato” che si dispiega a settentrione, cosi come le origini del nome floreale, dibattute fin dal medioevo, in latino Florentia o in volgare Fiorenza, “a similitudine dei fiori e dei gigli che abbondanti fiorivano intorno alla città”. Nell’araldica civica, durante il dominio dei Ghibellini, comparve il giglio “sbocciato e bottonato” bianco in campo rosso, e lo stemma fu rosso con il giglio fiorentino d’argento, poi, dal 1267 predominando i Guelfi, ne furono invertiti i colori e il giglio divenne rosso in campo bianco, cosi come sottolinea Dante Alighieri nel Paradiso.
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