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FONDAZIONE NICOLA DEL ROSCIO | GAETA GIARDINO BOTANICO © ALESSIO GUARINO

This garden is delicate, owing to the rarity of its species and its terraced layout. Experimental work continues to this day. The Foundation has funded the maintenance and enhancement of the botanical garden since 2012. In the spring of 2015, it opened in collaboration with the FAI for two days, limited to FAI members, and in May 2015, some schools visited the garden. In the future, the botanical garden will be open to a very limited public during the spring due to the site's unique nature.

The Botanical Garden was established in 1985 on a neglected and abandoned plot of land in Monte Orlando, comprising 13 terraces descending towards the Gulf of Gaeta and spanning approximately 2 hectares. It primarily features tropical and subtropical botanical species, many of which are rare and endangered in their native countries. The garden's uniqueness lies in its collection of 150 different species of palms, grown from seeds collected during business and leisure trips across various continents. The garden began as an experimental research project aimed at acclimatizing palm trees.

In the spring of 2015, several newspaper articles were published to mark the two days of FAI visits, including a news broadcast interview on the third channel of public television. In March 2015, the New York Times dedicated eight pages to the owner's story and the garden. The NDR Foundation is about to publish a book containing notes, historical information, botanical insights, suggestions, and experiences. The Botanical Garden is maintained without the use of disinfectants or chemical fertilizers. The land was expropriated by the Municipality after the demolition of illegal structures, offering a splendid panorama of the Gulf. Environmental restoration began in 2014, with the land leased from the Municipality for €6,000 per year. Restoration involves removing construction debris, iron rods, and various trash, as well as restoring rainwater drainage systems and terrace walls. About 800 different shrubs have already been planted, mainly melliferous plants for bees, birds, butterflies, etc. Initial plant irrigation is managed through the collection of rainwater in zinc containers. Upon the lease's expiration in 2024, the Nicola Del Roscio Foundation will return the land to the Municipality of Gaeta, restored from a landscape perspective and with plants intended for ecological education and enjoyment by the people of Gaeta. *link: fondazionenicoladelroscio.it/sostenibilita-ambientale/ orto botanico di gaeta | fondazione nicola del roscio
Itinerari Botanici

ORTI BOTANICI IN ITALIA

Sulla nascita e sull’antica funzione dei Giardini Botanici poco si conosce, nonostante vi siano numerose testimonianze scritte, riportate in diversi testi classici e medievali. Di certo si sa che i Giardini Botanici risalgono a tempi molto antichi e probabilmente i primi possono essere considerati quelli cinesi del secondo millennio a.C. Già allora in tutto l’oriente, soprattutto in India e in Cina, vengono create le prime strutture per la coltivazione delle specie vegetali utilizzate nella medicina popolare (AUDUS & HEYWOOD, 1976). Anche in ambito Mediterraneo, a partire dal XV sec. a. C. si ha notizia dei primi esempi di Giardini Botanici, come quello di Karnak in Egitto, creato da Tutmosi III e destinato principalmente alla coltivazione delle piante per uso alimentare. L’idea di un Giardino Botanico finalizzato allo studio delle piante risale al IV sec. a.C. e viene attribuita ad Aristotele (384-322 a.C.).

ITINERARI BOTANICI | PADOVA

Inaugurato nell’ottobre 2014, rappresenta la nuova parte dell’orto botanico, rendendolo una delle serre più avanzate al mondo, in questo campo. All’interno di questa nuova, futuristica, struttura sono raccolte più di 1.300 specie di piante, le quali spaziano da ogni clima presente nel globo. All’interno del Giardino le piante sono disposte secondo una metodologia fitogeografica, cosicché il visitatore ha l’immediata rappresentazione della ricchezza o povertà di biodiversità presente in ogni fascia climatica. L’edificio a bassissimo impatto ambientale, consiste di una teca di vetro lunga 100 metri ed alta 18, la cui forma ed organizzazione spaziale sono ottimizzate al fine di sfruttare al meglio l’apporto di energia solare. Le precipitazioni naturali alimentano una vasca di raccolta di 450 metri cubi, le cascate poste sulla facciata principale (vedi foto) assicurano la movimentazione e corretta ossigenazione della riserva idrica. Oltre dalle precipitazioni l’acqua per il funzionamento della serra è attinta da un pozzo artesiano profondo 284 metri da cui viene prelevata acqua con temperatura di 24 °C, al fine di permettere la vita alle piante tropicali tutto l’anno. Serve altresì per integrare la riserva idrica in caso di siccità o scarsità di precipitazioni. L’energia ricavata dai pannelli fotovoltaici garantisce il funzionamento delle pompe e dei relativi sensori che regolano il ciclo dell’acqua nella serra. Inoltre l’edificio è in grado di trasformare l’ambiente intorno a sé, questo poiché la superficie di vetro della serra è rivestita da una particolare pellicola in grado di produrre una reazione chimica, sfruttando i raggi ultravioletti, il cui effetto è un abbattimento dell’inquinamento atmosferico (150 metri/cubi al giorno). All’interno di questa grande struttura troviamo più ambienti ripartiti al suo interno con climi completamente differenti, da quello tropicale del Sud America a quello più torrido e secco tipico del deserto, passando per un clima subtropicale. L’edificio attraverso sofisticate tecnologie è in grado di autoregolare una serie di parametri per garantire il clima migliore per ogni tipologia di piante, in base a dati analizzati da un sistema totalmente computerizzato. Le vetrate della facciata principale sono in grado, automaticamente in base alle condizioni, di aprirsi e chiudersi per regolare al meglio il flusso di calore ed umidità presenti nella struttura.