La Villa des Vergers è opera dell’architetto francese Arturo Diet che ne ideò il progetto nel 1879 e per provvedersi dei marmi necessari Des Vergers si recò in Istria, a Verona, a Valpolicella ed a Vicenza. La morte di Hèlene Noël des Vergers, nel 1934, segna la fine della casata e di un periodo di splendore durato circa un secolo, scandito da ricevimenti, feste e concerti che fecero della villa una piccola corte. Tra il 1936 e il 1937 l’intera proprietá fu acquistata dal principe Don Mario Ruspoli, che affidò il progetto e l’intervento sul giardino a Pietro Porcinai, importante paesaggista italiano del XX secolo. Durante la Seconda Guerra Mondiale la struttura venne utilizzata dai Tedeschi come quartier generale, mentre nella struttura del Belvedere vi trovarono rifugio gli abitanti della zona. Nel 1946 l’acquisì Attilio Castiglioni, un industriale italoamericano, che fece restaurare l’edificio in seguito ai danni subiti nel corso del secondo conflitto mondiale. Alla morte di Castiglioni, nel 1988, fu rilevata da Luigi Annibali e Piero Reggini, che nella primavera del 1994 la vendettero ad Andrea Angelo Facchi.
Con il dott. Andrea Angelo Facchi sono stati eseguiti significativi interventi di riqualificazione, restauro e consolidamento. Gli interventi susseguitesi nel corso dei secoli su commissione dei diversi proprietari non sono tutti sufficientemente documentati, per cui è impossibile fornire una dettagliata ricostruzione storica dell’evoluzione dell’edificio. Sono le modifiche apportate alla fine dell’Ottocento, in ogni caso, quelle che gli hanno conferito l’aspetto attuale, eccetto qualche particolare. La Villa con il suo incantevole parco rappresenta uno dei rari esempi in Italia dell’eclettismo architettonico francese che caratterizzò il periodo di Napoleone III. Villa des Vergers supera i 3.000 mq d’estensione ed è frutto di vari interventi susseguitesi nel corso dei secoli su commissione dei diversi proprietari. Della Villa di San Lorenzo in Correggiano si hanno notizie sin dal XVII° secolo, quando appartenne ai marchesi Diotallevi, grande e illustre famiglia riminese. Fu poi dei Belmonti Cima, signori del Castello delle Caminate, di Belfiore e Ranchio e marchesi di Castelnuovo nel regno di Napoli, che ne furono proprietari per due secoli. Ultimo della famiglia fu Giovan Maria Belmonti Stivivi, cavaliere dell’ordine Gerosolimitano che combatté due anni per la Francia nella guerra di Corsica e all’arrivo in Italia degli eserciti napoleonici fu uno dei primi ad esaltarsi alle idee rivoluzionarie da loro propagandate fino ad ospitare lo stesso Napoleone nel suo palazzo di Rimini.
Notevole risulta anche il parco, direttamente pertinenziale, in quanto racchiude in sé il passaggio da parco di tipo classico (come documentano le mappe del catasto Gregoriano) in parco romantico dalle forme irregolari e naturalistiche dello stile paesistico, con la formazione di vialetti, percorsi, vasche, del laghetto, del gazebo ecc.
La Villa des Verges è opera dei più brillanti architetti: Arthur Stanislas Diet (1828-1891) collaboratore di Haussmann, e George Paul Chédanne (1861 – 1940) autore delle Geleriés Lafayette. Il giardino attuale è invece opera dell’ingegno di Pietro Porcinai, uno dei massimi paesaggisti del Novecento il quale modificò il precedente progetto francese per il principe Mario Ruspoli proprietario della villa dal 1938 al 1946. Dei 10 ettari della proprietà, 7 appartengono al parco, gli altri 3 sono in parte tenuti a seminativo e in parte a incolto, con macchie di olivi, al margine del lungo viale di pini che congiunge la villa con la strada. L’edificio è perfettamente orientato secondo l’asse nord-sud e dalla sua terrazza si gode di una splendida vista, ininterrotta per 360°. Le aree boscate occupano circa i due terzi della superficie del parco, e sviluppandosi intorno al suo perimetro, soprattutto sul versante est, racchiudono in una cortina protettiva le zone più interne del giardino, che sono prevalentemente in piano. Nel parco oltre la villa sorgono l’agrumaia, la fattoria e le due guardiole poste simmetricamente ai lati del cancello d’ingresso.
Vi siete mai chiesti perché il profumo dei fiori d’arancio e il sapore delle scorze di limone vi facciano venire in mente un ricordo o il volto di una persona? Nella vita di ognuno gli agrumihanno impresso una traccia silenziosa ma indelebile: un gusto, un’esperienza tattile, una percezione affettiva. Potrete non accorgervene, ma in questi istanti si racchiude la memoria di una vita intera, poiché dietro un frutto si celano non solo pratiche e saperi tramandati da generazioni, ma anche il nostro passato. Questo è un viaggio fra gli agrumeti d’Italia, le loro storie e curiosità locali: una mappa per capire quanto la presenza degli agrumi sia multiforme e radicata nella nostra cultura, dalle grandi piantagioni ai vasi sulle nostre terrazze.
Giardini e paesaggio, 60
2025, cm 19 x 24, viii-332 pp. con 338 figg. n.t. Rilegato.
ISBN: 9788822269850
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L’Associazione Dimore Storiche Italiane, nasce a Roma il 4 marzo del 1977 sull’esempio di analoghe associazioni già operanti in altri Paesi europei. Questo importante sodalizio, che da oltre 40 anni si propone di agevolare la conservazione, la valorizzazione e la gestione delle dimore storiche, è sorto grazie all’impegno e alla passione di alcuni proprietari fedeli custodi di quello che si può senza alcun dubbio definire il più importante patrimonio storico-artistico mondiale. I fondatori di A.D.S.I. furono Gian Giacomo di Thiene, Niccolò Pasolini dall’Onda, Oretta Massimo Lancellotti, Aimone di Seyssel d’Aix, Ippolito Calvi di Bergolo, Augusta Desideria Pozzi Serafini, Rinaldo Chidichimo, Bona Midana Battaglia, Bonaldo Stringher e Bianca Leopardi. Il 22 aprile dello stesso anno si riunì a Palazzo Pasolini dall’Onda il primo Consiglio Direttivo dell’Associazione che elesse all’unanimità Presidente Nazionale Gian Giacomo di Thiene, il quale mantenne questo importante incarico fino al 1986. Nello stesso giorno furono costituite le prime Sezioni regionali: Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria e Veneto.
L’Associazione Dimore Storiche Italiane (A.D.S.I.) riunisce i proprietari di immobili storici di tutta Italia, che rappresentano una componente importante del nostro patrimonio culturale. Le dimore storiche sono beni culturali di rilevante interesse storico-artistico, “soggetti a vincolo”, e quindi tutelati dallo Stato, che ne deve favorire la conservazione, e sono affidati alla responsabilità dei proprietari. Si tratta di un patrimonio vasto ed eterogeneo: case e palazzi, ville e castelli, ma anche giardini e tenute agricole. Sono distribuiti in tutto il Paese e, per quasi l’80% per cento, situati in campagna o in provincia. Ognuno di questi beni ha una precisa identità, unica in Europa: per la sua storia, per il suo valore culturale e per lo stretto legame con il territorio di riferimento. Unici sono però anche i gravi problemi che la manutenzione di questi beni comporta, a cui devono far fronte quotidianamente i proprietari che ne sono custodi. Sono però beni che, se ben mantenuti e gestiti, possono dare un contributo importante alla vita culturale, sociale ed economica delle comunità in cui sono inseriti. Per raggiungere questo risultato l’Associazione Dimore Storiche Italiane, con i suoi 4500 soci, è costantemente impegnata, insieme all’European Historic Houses Association (EHH), nel promuovere la tutela e la valorizzazione delle dimore storiche.