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GIARDINI STORICI IN TOSCANA VILLA GAMBERAIA © ALESSIO GUARINO

Un paradigma del giardino all’italiana tra XVII e XX secolo La villa, appartenuta fin dal XIV secolo alle monache benedettine di San Martino, passò nel XV secolo nelle mani di Antonio e Bernardo Rossellino, per poi essere acquistata, nel 1610, da Zanobi di Andrea Lapi. Nel 1718 fu la famiglia Capponi a rilevarla, conferendole l’aspetto attuale, ben documentato dalle incisioni del Settecento. Risalgono a questo periodo alcuni degli elementi più caratteristici: il giardino retrostante, concepito come una corte decorata con motivi rustici e posta a un livello superiore rispetto all’edificio; la limonaia, dove vengono custodite le piante di agrumi; il lecceto e le statue in pietra raffiguranti animali.

Nel corso dell’Ottocento, la villa cambiò spesso proprietà, appartenendo a esponenti della ricca nobiltà europea. Tra questi, Jeanne Keshko, moglie del principe Eugenio Ghyka-Comănești, la acquistò nel 1896 e la mantenne fino al 1925. Durante la Seconda guerra mondiale, la villa e il giardino subirono gravi danni, tanto che quest’ultimo risultava irriconoscibile. Nel 1954, grazie a documenti storici, il proprietario Marcello Marchi avviò un lungo restauro durato sei anni, che restituì all’intero complesso la sua originaria bellezza. Dal 1994, gli eredi Zalum ne proseguono la cura e il mantenimento.

La parte più affascinante del giardino si trova sul lato sud della villa, dove si apre un magnifico parterre realizzato su iniziativa della principessa Ghyka, con l’aiuto di due giardinieri locali: Martino Porcinai (padre del celebre Pietro) e Luigi Messeri. Lo spazio è suddiviso in quattro vasche rettangolari allungate, sottolineate da siepi di bosso (spesso doppie), che culminano in un belvedere semicircolare scandito da cipressi disposti ad arco. L’effetto complessivo è quello di un teatro verde del Settecento, scenografico e raffinato, da cui si gode una vista mozzafiato sulla campagna fiorentina.

Parallelamente alla villa e al parterre si estende un lungo prato (dieci metri di larghezza per trecento di lunghezza), fiancheggiato da un alto muro decorato con statue, interrotto in un punto per consentire l’accesso a un piccolo giardino. Quest’ultimo è costituito da un prato bordato da vasi di ortensie, che termina in una grotta ornata con mosaici di ciottoli, figurine in pietra serena e statue in terracotta.

Due scale doppie, poste ai lati e arricchite da una balaustra con colonne scolpite a forma di frutta, conducono da un lato a un lecceto sopraelevato e dall’altro alla limonaia. Oltre questa, un altro lecceto si collega al lungo prato, che conduce a un giardino di forma ovale al termine del quale si trova una grotta con una vasca e una statua di Nettuno.
VILLA GAMBERAIA A SETTIGNANO

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