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Jeanne Baret – Tra le foglie del mondo

Tra le foglie del mondo: storia di una botanica appassionata

Jeanne Baret

Ci sono figure che la storia tende a relegare ai margini, eppure, tra le pieghe dei suoi erbari, la botanica custodisce il nome di Jeanne Baret come si custodisce un seme raro. Non perché fosse la prima donna a circumnavigare il globo – e lo fu – ma perché lo fece seguendo una passione autentica e radicale per le piante, per le forme vegetali che nessuno in Europa aveva ancora osservato, toccato, classificato.

Nata nel 1740 in un piccolo villaggio della Borgogna, Jeanne non apparteneva alla schiera dei naturalisti colti e laureati. Era figlia della terra, nel senso più letterale. Fin da giovane conosceva a memoria le specie officinali che crescevano lungo i fossi, i tempi balsamici delle cortecce, la virtù nascosta di una radice, la forma esatta di una foglia prima ancora di nominarla. Aveva quell’intelligenza del paesaggio che non si insegna nei gabinetti scientifici ma si matura camminando, osservando, toccando.

Incontrò Philibert Commerson a Parigi. Lui, botanico ufficiale del Re, la volle come assistente. Ma Jeanne non era solo una collaboratrice: era occhio vigile, mente classificatoria, mano precisa. Quando Commerson fu scelto per accompagnare Bougainville nella sua spedizione attorno al mondo, lei decise di seguirlo. E per farlo, si travestì da uomo. Non per ribellione, ma per fedeltà alla scienza.

A bordo della Étoile, Jeanne lavorava giorno e notte a classificare le specie raccolte, a conservare campioni in condizioni proibitive, a scrivere descrizioni che ancora oggi stupiscono per la loro precisione. A Rio de Janeiro raccolse una Bougainvillea spectabilis, ignota allora all’Europa, annotando la consistenza cartacea delle brattee, il colore violaceo intenso, il portamento rampicante – fu tra le prime ad intuirne il potenziale ornamentale.

Ma fu nel Pacifico che la sua passione esplose come una fioritura improvvisa. A Tahiti, nelle Molucche, a Batavia, Jeanne si muoveva tra la vegetazione come se leggesse in un libro già familiare: osservava la disposizione delle foglie, annotava le infiorescenze, confrontava tessiture, cromie, odori. Ogni nuova pianta era per lei un mistero da decifrare, ogni frutto un enigma da sbucciare con rigore scientifico.

Raccoglieva, essiccava, cuciva fogli di carta in piena umidità tropicale. Alcune delle specie che studiò e conservò portano ancora oggi la traccia del suo passaggio. Non firmò le sue scoperte, certo. Ma chi sa leggere tra le righe di certi erbari riconosce la sua grafia, la sua precisione nel descrivere una nervatura, la sua capacità di intuire ciò che altri trascuravano.

Quando Commerson morì sull’Isola di Mauritius, Jeanne restò. Per anni continuò da sola il suo lavoro, aprendo un’attività commerciale, sopravvivendo con dignità. Quando rientrò in Francia, il re le riconobbe un vitalizio per “meriti straordinari”. Ma la vera ricompensa fu lasciata alla scienza: centinaia di esemplari vegetali oggi ancora conservati, studiati, ammirati.

Il suo nome è stato per lungo tempo ignorato. Ma nel 2012, la comunità scientifica ha voluto restituirle un tributo simbolico: una nuova specie andina di Solanum – la stessa famiglia della patata e del pomodoro – è stata battezzata Solanum baretiae. Una pianta tenace, discreta, resistente. Proprio come lei.

Jeanne Baret non cercava gloria. Cercava foglie, semi, impollinatori, habitat. Era guidata non da un’ideologia, ma da un amore incondizionato per il mondo vegetale. Un amore che l’ha condotta oltre l’oceano, oltre i limiti del suo tempo, oltre la botanica stessa. Un amore che, se si ascolta bene, sussurra ancora tra le pagine ingiallite degli erbari.

 

Appendice botanica – Specie raccolte da Jeanne Baret e Philibert Commerson

Bougainvillea spectabilis Willd.
Luogo di raccolta: Brasile (Rio de Janeiro)
Una delle prime piante esotiche a essere raccolte nella spedizione. La descrizione accurata del suo apparato vegetativo e l’involucro petaloide violaceo (le brattee, che spesso vengono confuse con i fiori) ne fecero subito un oggetto di interesse ornamentale. Fu dedicata al comandante della spedizione, Louis-Antoine de Bougainville.

Boehmeria virgata (Forst.) Guill.
Luogo di raccolta: Isole del Pacifico (Tahiti)
Una delle Urticaceae studiate da Commerson e Baret per la struttura dei peli urticanti e le proprietà tessili delle fibre vegetali.

Hibiscus rosa-sinensis L.
Luogo di raccolta: Mauritius
Jeanne probabilmente contribuì all’annotazione delle proprietà ornamentali e alimentari di questa Malvacea, molto diffusa nei climi tropicali e importante per la produzione di tisane e pigmenti naturali.

Solanum torvum Sw.
Luogo di raccolta: Antille
Commerson e Baret ne studiarono i frutti e le spine. Appartenente alla stessa famiglia del pomodoro e della patata, fu osservata per il suo uso medicinale nelle culture locali.

Cordyline fruticosa (L.) A.Chev.
Luogo di raccolta: Tahiti
Questa pianta, sacra per molte culture del Pacifico, fu osservata anche per la sua funzione alimentare (le radici) e per il significato rituale. La sua presenza negli erbari della spedizione è considerata altamente probabile.

Barringtonia asiatica (L.) Kurz
Luogo di raccolta: Isole dell’Oceano Indiano
Notata per la sua fioritura notturna e il frutto flottante che si disperde via mare, fu studiata per la sua particolare strategia adattiva costiera.

Pandanus tectorius Parkinson ex Du Roi
Luogo di raccolta: Polinesia
Una specie estremamente importante per la cultura materiale delle popolazioni oceaniche. Le foglie venivano utilizzate per costruire tetti, stuoie, corde e cesti. Baret ne annotò probabilmente le molteplici applicazioni etnobotaniche.

Solanum baretiae
Ecuador e Perù, Ande settentrionali
Nel 2012, i botanici Eric Tepe e Lynn Bohs le dedicarono ufficialmente questa specie andina appartenente alla famiglia delle Solanaceae. L’omaggio è un riconoscimento tardivo ma significativo alla sua figura pionieristica.